“Suor Simona ha tra i suoi sottoposti, cioè fra quelli che vengono dopo nella piramide del dicastero, perfino un cardinale. E questa cosa non è contradditoria perché Francesco l’ha detto fin dall’inizio che non era bene per la Chiesa che il potere gerarchico fosse legato alla consacrazione ministeriale”.
Così Marinella Perroni, docente emerita di Nuovo Testamento al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo di Roma, già presidente del Coordinamento delle teologhe italiane, commenta ad Alphaville la decisione del Papa di designare per la prima volta una donna a capo di un Dicastero della Curia Romana.
Francesco ha nominato Suor Simona Brambilla Prefetta del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Una nomina che, potremmo dire, è un po’ claudicante – Suor Simona Brambilla rivestirà un ruolo di autorità amministrativa, senza però avere accesso a un ordinamento ministeriale così come è invece previsto per i suoi corrispettivi maschili – ma che d’altra parte si inserisce all’interno di un importante percorso di rinnovamento della Chiesa Cattolica a favore di un maggior coinvolgimento e partecipazione delle donne.
Dice ancora Perrone: “Papa Francesco si è sottratto alle richieste inerenti all’accesso delle donne nell’ordinamento ministeriale della Chiesa, non solo il diaconato ma anche il presbiterato. Alla fine dell’ultimo Sinodo ha detto che non riteneva spettasse a lui affrontare e dirimere la questione dell’accesso alla vita gerarchica della Chiesa da parte delle donne. Però almeno per quanto riguarda la loro presenza in ruoli esecutivi nella conduzione della stessa Chiesa assolutamente sì. Questo lo ha fatto e continuerà a farlo”.