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Ingerenze: "Putin ne pagherà il prezzo"

Così Joe Biden dopo il rapporto che imputa alla Russia interferenze per danneggiare la sua campagna elettorale – La replica: “Accuse prive di fondamento”

  • 17 marzo 2021, 13:38
  • Ieri, 17:24
01:26

Radiogiornale delle 12.30 del 17.03.2021: il servizio di Chiara Savi

RSI Info 17.03.2021, 12:34

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Di: ATS/Reuters/ludoC 

“Putin pagherà il prezzo” per avere tentato di influenzare le elezioni statunitensi a vantaggio di Donald Trump. Lo ha dichiarato il presidente statunitense Joe Biden, in un’intervista alla ABC, sulla scorta delle conclusioni di un rapporto declassificato sulle interferenze nelle presidenziali 2020, diffuso dalla direzione della National Intelligence, che coordina tutte le agenzie informative. Il documento sostiene che sia stato il presidente russo in persona ad aver autorizzato le operazioni per danneggiare la campagna di Joe Biden e sostenere la rielezione di Donald Trump, seminando nello stesso tempo sfiducia nel processo elettorale e discordia per esacerbare le divisioni socio-politiche negli Stati Uniti.

01:50

Prima telefonata tra Biden e Putin

Telegiornale 27.01.2021, 13:30

Interferenze anche dall’Iran

Anche l’Iran, sostengono gli “007”, condusse una prolungata campagna, ma per minare la riconferma del nemico Trump, senza tuttavia promuovere direttamente il candidato democratico. Le manovre - si legge - furono approvate dal leader supremo, l'ayatollah Ali Khamenei, coinvolgendo l'esercito e le agenzie di intelligence, che usarono messaggi aperti e coperti e condussero vari cyberattacchi.

Pure la Cina valutò di interferire nel processo democratico, ma alla fine scelse di non farlo, ritenendo che le operazioni sarebbero fallite e molto probabilmente avrebbero avuto un effetto boomerang. Nessuna potenza straniera, tuttavia, riuscì a penetrare nei sistemi di voto, a differenza di quanto successo nel 2016.

L’accusa più grave resta però quella mossa contro Putin, che avrebbe supervisionato gli sforzi per condizionare la campagna elettorale, ricorrendo pure a persone legate all’intelligence, come il deputato ucraino Andriy Derkach, già sanzionato da Washington in settembre. "Lo Stato russo e attori delegati che servono gli interessi del Cremlino lavorarono per danneggiare le percezione pubblica americana in modo costante", denunciano gli esperti di attività informativa.

Trump sconfessato

Il rapporto sconfessa l'ex presidente, che aveva negato aiuti russi, accusato la Cina di sostenere Biden e ammonito che il pericolo più grande erano le frodi elettorali alimentate dagli avversari stranieri. "L'ultima persona che la Russia vuole vedere in carica è Donald Trump", disse l’ex inquilino della Casa Bianca lo scorso agosto. Invece il Cremlino tifava e lavorava per lui, grato per i silenzi sui diritti umani, per le sanzioni di facciata, per la ritirata americana dagli scacchieri caldi del mondo. Il rapporto smentisce anche le sue accuse di corruzione contro i Biden, inserendole nella campagna per gettare fango sul candidato democratico.

Mosca: “Accuse prive di fondamento”

Non si è fatta attendere la replica del Cremlino. Mosca ha definito le accuse come “prive di fondamento”, aggiungendo che le affermazioni contenute nel rapporto non sono corroborate da prove specifiche e che la Russia non mai stata coinvolta in nessun cyber attacco. “Gli USA cercano di infangare l’immagine della Russia e di incolpare altri per i loro problemi; azioni di questo genere non porteranno alla normalizzazione dei rapporti”, ha dichiarato l’ambasciata.

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