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Monaco: al via la Conferenza per la Sicurezza

Vuole fornire una piattaforma per costruire la pace attraverso il dialogo: dal 16 al 18 febbraio si discuterà di Ucraina e Medio Oriente

  • 15 febbraio, 14:54
  • 15 febbraio, 14:59
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Presente anche la vice presidente USA Kamala Harris, qui fotografata a Monaco nel 2022

Di: Stefano Grazioli

La Conferenza per la Sicurezza di Monaco è ormai da sessant’anni un appuntamento fondamentale per gli attori della politica internazionale. Dai tempi della Guerra fredda si è costantemente evoluta e diversificata, ha introdotto una serie di nuovi formati di discussione e ha ampliato i suoi orizzonti tematici, anche per tenere conto del mutevole panorama della sicurezza sulla scacchiera mondiale. Secondo gli organizzatori la sua missione principale non è comunque cambiata ed è sempre quella di fornire una piattaforma per un dibattito duraturo e, come afferma il suo motto originale, costruire la pace attraverso il dialogo. Il padrone di casa è dallo scorso anno Christoph Heusgen, ex consigliere di Angela Merkel ed ex ambasciatore tedesco alle Nazioni Unite, e come nel 2023, al Bayerischer Hof, il lussuoso hotel del capoluogo bavarese dove tradizionalmente si tiene la conferenza, i rappresentanti della Russia non sono stati invitati. L’invasione dell’Ucraina nel 2022 ha creato una profonda frattura tra il Cremlino e l’Occidente e di dialogo in questa direzione non c’è traccia.

Il conflitto Russia-Ucraina

La guerra nell’ex repubblica sovietica è uno dei due temi centrali della Conferenza, con l’arrivo annunciato anche del presidente Volodymr Zelensky. La priorità di Kiev in questo momento è quella di rinserrare le fila degli alleati occidentali, con i problemi concreti sul tavolo, ossia quello degli aiuti finanziari e militari che dalla metà del 2023 hanno iniziato ad assottigliarsi e si stanno riducendo ulteriormente, con la situazione delle munizioni che appare particolarmente grave, soprattutto dopo il ritiro parziale da Avdiivka, nel Donbass. Zelensky, che ha incassato il sostegno dell’Unione Europea e 50 miliardi di euro per i prossimi quattro anni, è ancora in attesa del via libera dei 61 miliardi di dollari bloccati negli Stati Uniti a causa dei screzi tra Democratici e Repubblicani. A Monaco è presente tra gli altri la vice presidente Kamala Harris e come di consuetudine le stanze del Bayersicher Hof sono a disposizione per i colloqui dietro le quinte, che offrono la possibilità di scambi di opinione schietti e al riparo dai riflettori. Tra i grossi calibri del fronte pro-ucraino anche la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen, il presidente francese Emmanuel Macron, oltre ovviamente al cancelliere tedesco Olaf Scholz.

Le ombre di Putin e di Trump

L’assenza della Russia impedisce un qualsiasi dialogo tra le parti in conflitto, ma a Monaco l’ombra di Vladimir Putin è ovviamente presente, sia per tutto ciò che riguarda lo sviluppo del conflitto in Ucraina, la cui soluzione non può arrivare senza il Cremlino al tavolo delle trattative, che prima o poi dovrà essere allestito, sia alla luce del nuovo allarme in arrivo dagli Stati Uniti e il presunto progetto russo di armi nucleari nello spazio, smentito per altro da Mosca. L’architettura della sicurezza mondiale non può essere puntellata in ogni caso senza la Russia e gli altri membri del Consiglio di sicurezza dell’ONU, Cina in primis. Alla Conferenza di Monaco sono presenti rappresentanti di Pechino, anche se è evidente la tradizionale cautela cinese a non esporsi dichiaratamente. L’altra ombra che aleggia in maniera pesante su Monaco è quella di Donald Trump, soprattutto dopo le recenti dichiarazioni su Russia e NATO che hanno messo in agitazione i partner dell’Alleanza atlantica. Il possibile ritorno di Trump alla Casa Bianca è considerato un rischio in varie cancellerie occidentali, così come a Kiev.

Un'arma nucleare nello spazio?

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Il nodo del Medio Oriente

La guerra fra Israele e Hamas è la seconda questione principale in discussione in Germania sino a domenica e il presidente israeliano Isaac Herzog è il principale interlocutore, anche se come nel caso del conflitto russo-ucraino non si devono attendere particolari sviluppi. Alla vigilia della Conferenza lo stesso Heusgen ha parlato della situazione a Gaza come di una catastrofe e ha espresso la speranza che arrivi un accordo per un cessate il fuoco, come chiesto da 150 paesi delle Nazioni Unite. “Possiamo aprire le stanze del Bayerischer Hof in modo che possano riunirsi lì”, ha detto Heusgen in riferimento ai diretti interessati presenti a Monaco, dai rappresentanti degli stati arabi come il premier del Qatar Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Than e il ministro degli Esteri saudita Faisal bin Farhan Al-Saud, ai grandi player internazionali, partendo dagli statunitensi fino al segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres.

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