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Moschea di La Grand-Combe, il killer si costituisce in Italia

Il 21enne francese ha confessato di aver pugnalato a morte un giovane del Mali - “Movente antimusulmano è quello privilegiato” - Accuse alle autorità: “Due pesi e due misure”

  • 2 ore fa
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Radiogiornale 12.30 del 28.04.2025

RSI Info 28.04.2025, 15:47

  • La manifestazione contro l'islamofobia, a Parigi, 27 aprile 2025. Un giovane de Mali, è stato accoltellato a morte in una moschea di La Grand-Combe
Di: AFP/ATS/M. Ang. 

Si è costituito in Italia, in un commissariato di Pistoia, il 21enne francese che venerdì aveva pugnalato a morte un giovane del Mali in una moschea vicino a Montpellier, nel sud della Francia. Un episodio che ha scosso l’opinione pubblica e che continua a sollevare polemiche.

Il 21enne, di nazionalità francese e di origine bosniaca, ha confessato di essere l’assassino del giovane, accoltellato diverse decine di volte. Il killer si è recato in questura a Pistoia, vicino a Firenze, domenica sera “accompagnato da un avvocato e da un parente stretto che vive in città”, ha dichiarato la polizia italiana lunedì, sottolineando che il 21enne ha “dichiarato di essere l’autore dell’omicidio di un fedele musulmano, commesso venerdì 25 aprile nella moschea ‘Khadidja’ nel comune di La Grand-Combe in Francia”, hanno dichiarato gli inquirenti italiani, aggiungendo che la polizia e i magistrati italiani sono ora in contatto con i loro omologhi francesi per “garantire” che “venga consegnato alla giustizia francese”.

Le accuse di usare “due pesi e due misure”

In Francia, il caso dovrebbe essere sottoposto lunedì a un giudice istruttore e dovrebbe essere emesso un mandato d’arresto europeo in vista del suo trasferimento, una procedura che potrebbe richiedere “qualche giorno o qualche settimana”. Il ministro dell’Interno francese, Bruno Retailleau, si è congratulato “calorosamente” con i “magistrati e gli investigatori” per l’arresto di quest’uomo, considerato “estremamente pericoloso”, che era inseguito da più di 70 agenti di polizia e gendarmi francesi.

Nel video che lui stesso ha girato venerdì scorso subito dopo l’omicidio, davanti alla sua vittima morente, l’assassino si è congratulato per il suo gesto e ha insultato la religione della vittima: “Sono stato io, (...) il tuo Allah di m....”, ha ripetuto due volte.

“L’ho già detto e lo confermo: la pista del movente antimusulmano e islamofobico è quella privilegiata”, ma l’assassino “aveva certamente altri moventi”, come “il desiderio di essere considerato un serial killer”, ha sottolineato lunedì il procuratore della Repubblica di Alès (sud della Francia), Abdelkrim Grini, in TV.

Sullo stesso canale, Mourad Battikh, uno degli avvocati della famiglia della vittima, ha nuovamente definito “assolutamente scioccante” che la Procura nazionale antiterrorismo (Pnat) non abbia ancora preso in carico il caso. “Non mi ci è voluto molto per capire dal video che si trattava di un atto di terrorismo”, ha detto l’avvocato. “Mettersi nei panni dei fedeli, che hanno l’impressione e la sensazione che questo “due pesi e due misure” si stia concretizzando ogni giorno di più, è assolutamente scioccante”.

Il pubblico ministero di Alès ha inoltre rivelato lunedì che l’accusato, un disoccupato, ha “chiaramente beneficiato di complicità” per recarsi in Italia.

La marcia di solidarietà e le accuse alla politica

A La Grand-Combe, una marcia bianca in memoria della vittima ha riunito domenica più di mille persone.
Anche a Parigi si sono radunate diverse centinaia di persone, tra cui il leader della France insoumise (sinistra radicale) Jean-Luc Mélenchon, che ha accusato il ministro dell’interno francese Bruno Retailleau di coltivare un “clima islamofobico”.

“Il razzismo e l’odio basato sulla religione non avranno mai posto in Francia”, ha dichiarato domenica pomeriggio il presidente Emmanuel Macron, esprimendo il “sostegno” della nazione alla famiglia della vittima e ai “nostri concittadini musulmani”.

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