La Corea del Nord ha confermato il suo primo caso in assoluto di Covid-19 e ha dichiarato una "grave emergenza nazionale", con il leader Kim Jong-un che ha promesso di "eliminare" il virus a dispetto della misura draconiana di chiudere i confini dall'inizio della pandemia nel 2020. I campioni prelevati da pazienti malati nella capitale Pyongyang erano "coerenti con la variante Omicron altamente trasmissibile", ha riferito l'agenzia statale Kcna. Alti funzionari, incluso il leader Kim, hanno tenuto una riunione d'urgenza del Politburo per discutere le migliori azioni contro la crisi annunciando il rafforzamento del sistema di controllo verso la "massima emergenza".
Kim ha affermato nella riunione che "l'obiettivo era di eliminare la radice del virus nel più breve periodo di tempo", assicurando che "supereremo sicuramente le difficoltà e vinceremo il progetto di quarantena di emergenza". Il leader ha disposto controlli ancora più rigidi alle frontiere e lockdown su scala nazionale, sollecitando i concittadini "a bloccare completamente la diffusione del virus bloccando completamente le loro aree in tutte le città e contee del Paese". Tutte le attività commerciali e produttive saranno organizzate in modo che ogni unità di lavoro sia "isolata" per prevenire la diffusione della malattia.
Fino a oggi, il Nord ha sempre negato di avere avuto casi di Covid-19, sostenendo una posizione messa in dubbio dagli esperti di USA, Corea del Sud, Giappone e di altri Paesi, e ha rifiutato i vaccini provenienti dall'estero, anche quelli già pianificati del Covax, il programma sostenuto dall'Organizzazione mondiale della sanità.
Nell'agosto del 2020, la Corea del Nord ha dichiarato che stava portando avanti lo sviluppo di un vaccino contro il virus, senza fornire altre informazioni. Qualsiasi focolaio di Covid-19 nel Paese potrebbe essere potenzialmente devastante a causa di un sistema sanitario antiquato e inesistente nelle aree rurali più remote.