Il cantante Robert Kelly è stato condannato mercoledì dal tribunale federale di Brooklyn a 30 anni, il massimo della pena richiesta dall'accusa, per aver adescato a scopo sessuale donne e bambini e per aver guidato per oltre due decenni una rete criminale a Chicago che sfruttava donne sottoponendole ad abusi sessuali e psicologici.
L'ex star 55enne, autore del pezzo "I believe I can fly" per il quale ha vinto un Grammy nel 1996, era stato riconosciuto colpevole già lo scorso settembre da una giuria dopo che l'accusa l'aveva definito come uno "stupratore seriale e un predatore che manteneva il controllo sulle sue vittime con qualsiasi trucco".
La sua squadra di avvocati, la stessa che è riuscita a far rimettere in libertà il comico Bill Cosby dopo una condanna per molestie sessuali, ha cercato nel corso del processo di ottenere una pena più mite invocando gli abusi che lo stesso cantante avrebbe subito anche in famiglia durante l'infanzia.