Vittoria è stata, per Recep Tayyip Erdogan, ma non certo nei termini di un plebiscito. E quel 51,41% di "sì" alla riforma costituzionale continua ad alimentare proteste e accuse di brogli da parte degli avversari del presidente turco.
Tutte, per ora, respinte ai mittenti. La commissione elettorale nazionale precisa che i risultati definitivi del referendum sono attesi fra 11-12 giorni. Nel frattempo, però, ha ribadito la regolarità della consultazione, pronunciandosi per la validità di tutte quelle schede finite al centro di contestazioni, poichè conteggiate malgrado l'assenza di timbri ufficiali apposti ai seggi elettorali.
Le denuncia dell'opposizione: schede di voto conteggiate pur senza timbri ufficiali
Proprio su questo punto si fondano i
ricorsi che il principale partito d'opposizione, il kemalista CHP, si appresta già oggi a presentare già oggi, lunedì, a livello locale. "Al momento, questo è un voto dubbio", ha sottolineato un parlamentare di questa formazione politica.
L'esito della consultazione ha in ogni caso diviso nettamente il paese. Alla vittoria di stretta misura di Erdogan, inoltre, ha contribuito in misura importante la comunità turca all'estero, che in vari paesi europei si è espressa per il "sì" anche in una misura superiore al 60%. In Svizzera, invece, solo poco più del 38% dei votanti ha approvato la svolta presidenzialista.
ARi
Dal TG12.30
RG 12.30 del 17.04.17 - La corrispondenza da Ankara di Filippo Cicciù
RSI Info 17.04.2017, 14:25
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RG 12.30 del 17.04.17 - Il reportage da Istanbul dell'inviata Anna Valenti
RSI Info 17.04.2017, 14:27
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RG 12.30 del 17.04.17 - L'analisi di Nathalie Tocci, direttrice dell'Istituto di affari internazionali di Roma, al telefono con Gabriele Bohrer
RSI Info 17.04.2017, 14:28
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