Dmytro Kuleba, volto della diplomazia ucraina dall’inizio del conflitto (era in carica dal 2020), ha presentato le proprie dimissioni senza fornire motivi ufficiali. L’annuncio è stato dato dal presidente del Parlamento, Ruslan Stefanchuk. Il Legislativo si è poi pronunciato in mattinata sul ritiro di tre ministri e di una delle vicepremier, ma senza esaminare il caso di Kuleba.
Il 43enne Kuleba è quindi solo una delle vittime del rimpasto annunciato dal portavoce del presidente Volodymyr Zelensky, secondo il quale oltre la metà del Governo verrà cambiata prima dell’autunno, in una fase cruciale del conflitto che vede ancora in corso l’incursione ucraina nel territorio dell’oblast russo di Kursk. Un’operazione che non ha distolto l’attenzione dell’esercito russo dalla sua avanzata verso Pokrovsk, hub logistico nel Donbass: questa non solo è proseguita, ma ha conosciuto un’accelerazione nelle ultime settimane.
Negli ultimi giorni, inoltre, Mosca ha lanciato una serie di attacchi missilistici colpendo in tutta l’Ucraina: la settimana scorsa numerose città fra cui Kiev in un attacco durante il quale è andato perso uno dei pochi F-16 fin qui fornito dall’Occidente, martedì una struttura di formazione militare a Poltava e infine Leopoli oggi, mercoledì.
Non si tratta delle prime modifiche ai vertici ucraini negli ultimi mesi: Zelensky aveva già cambiato un anno fa il ministro della difesa Oleksii Reznikov sostituendolo con Rustem Umerov e più di recente il comandante delle forze armate Valery Zaluzhny, rimpiazzato in febbraio da Oleksandr Syrsky e ora ambasciatore a Londra.
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