L’analisi

Un prima e un dopo il caso Pelicot

Il processo di Avignone ha permesso una presa di coscienza pubblica sulla necessità di educare al consenso - Ecco perché Gisèle è diventata un’icona per le donne che subiscono violenze

  • 19.12.2024, 16:57
  • 19.12.2024, 21:21
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Sentenza Pelicot, le lacune della giurisprudenza

Telegiornale 19.12.2024, 20:00

  • Keystone
Di: Alessandro Grandesso (da Parigi) 

Ci sarà un prima e un dopo il processo di Mazan, che prende nome dal villaggio in Provenza dove viveva la coppia Pelicot. Lui, Dominique, 72 anni, è stato condannato a 20 anni di carcere per aver stuprato e fatto violentare la moglie, una volta narcotizzata, da decine di sconosciuti contattati via Internet, per almeno dieci anni. Lei, la vittima, Gisèle, 71 anni è diventata un’icona della battaglia di tutte le donne vittime di violenze e contro la cosiddetta “cultura dello stupro” nel mondo patriarcale. Almeno secondo i movimenti femministi che hanno sfruttato il processo celebrato ad Avignone per mettere al centro del dibattito il tema del consenso sessuale e del rispetto.

Ed è forse questa la vittoria più grande di Gisèle, considerata ormai una delle cento donne più influenti dell’anno dalla BBC, messa in prima pagina dell’edizione tedesca di Vogue. E lo ha spiegato la stessa 71enne di fronte alle telecamere e alle decine di donne e uomini che la acclamavano davanti al tribunale: “È stata una prova molto difficile, ma voglio che le vittime di violenze rimaste nell’ombra sappiano che condividiamo la stessa lotta”. Sta proprio qui il punto di svolta di un processo dall’alto valore simbolico. Gisèle Pelicot infatti ha voluto e ottenuto che i dibattimenti fossero pubblici, proprio per rendere giustizia e ispirare coraggio a tutte le donne vittime di abusi: “Non mi sono mai pentita di averlo fatto”, ha dichiarato la 71enne.

Una decisione che ha permesso di portare in primo piano la questione del consenso alimentando allo stesso tempo il processo al patriarcato. I quattro mesi di udienze sono stati cadenzati infatti da manifestazioni che hanno fatto scendere in piazza migliaia di persone, in tutta la Francia, e ampliato l’eco della lotta anche al di là delle frontiere. Stamane, per l’annuncio della sentenza di primo grado erano presenti 180 media, quasi la metà stranieri. Il processo di Avignone, inoltre, ha fomentato la battaglia contro la cosiddetta “cultura dello stupro” con i movimenti femministi che hanno puntato il dito contro i profili degli imputati, presentati come persone ordinarie per età, professioni, stile di vita normato. Quindi potenzialmente rappresentativi dell’intero genere maschile.

Persone qualunque almeno in apparenza, anche se non vanno dimenticati i loro precedenti penali di vario tipo, le dipendenze patologiche all’alcol e alle droghe, le derive sessuali fino alla pedo-pornografia che li hanno spinti a incrociare Dominique Peliquot. A sua volta solo a prima vista marito e padre affettuoso, già condannato a 8 mesi di carcere nel 2021 per aver ripreso le parti intime di alcune donne in un supermercato. Da lì è scattata l’inchiesta che ha portato al processo di Avignone. Pelicot inoltre è coinvolto in altre due indagini: una per stupro, di cui ha ammesso la responsabilità, e una per stupro seguito da omicidio, risalenti alla fine degli anni 90.

La condanna a 20 anni del marito di Gisèle è stata sottolineata con un applauso dalle donne e dagli uomini arrivati fin dal primo mattino davanti al tribunale. Poi ci sono stati fischi e urla di protesta quando sono state rese note le pene, tra i 3 e i 15 anni, spesso al di sotto delle richieste della parte lesa, per gli altri 50 imputati. Delusi anche i figli Pelicot, non Gisèle che si è detta soddisfatta della corte e dei verdetti. Ma ormai è certo che il processo di Avignone ha permesso di far emergere una presa di coscienza pubblica sulla necessità di educare al consenso, come ha ricordato il collettivo #NousToutes. Mentre la Fondazione delle donne chiede una legge integrale contro le violenze sessuali. Di cui deve farsi carico la classe politica, schierata all’unanimità al fianco dell’icona Gisèle.

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Processo Pelicot: l'ex marito condannato a 20 anni

Telegiornale 19.12.2024, 12:30

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