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Vertici UE, l’intesa è vicina. Resta l’incognita Meloni

Ursula von der Leyen alla Commissione, Costa al Consiglio, Kallas agli Esteri. Per l’Italia un commissario di peso, ma la premier italiana è stata ancora tagliata fuori dai giochi prevertice

  • 25 giugno, 16:10
  • Oggi, 13:34
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Ursula von der Leyen appare avviata verso la riconferma

  • Keystone
Di: RSI Info

I sei leader - due per ogni famiglia politica - incaricati di trovare un accordo sulle nomine ai vertici dell’Unione europea per il prossimo quinquennio hanno raggiunto un’intesa sui nomi che dovrebbero essere indicati formalmente dal vertice europeo del 27 giugno.

Ursula von der Leyen verrà riproposta alla guida della Commissione. Al Consiglio europeo (ovvero la riunione dei capi di Stato e di governo) andrà l’ex primo ministro portoghese Antonio Costa, socialista, per due anni e mezzo rinnovabili una volta. L’alto rappresentante per la politica estera, che è anche uno dei vicepresidenti della Commissione, sarà l’ex premier estone Kaja Kallas.

I negoziatori sono: il premier Greco Kyriakos Mitsotakis e il polacco Donald Tusk per il PPE, lo spagnolo Pedro Sánchez e il cancelliere tedesco Olaf Scholz per i socialisti, il presidente francese Emmanuel Macron e il premier olandese in scadenza Mark Rutte per i liberali (Rutte sta per diventare segretario generale della NATO).

La presidenza del Parlamento europeo non fa parte del pacchetto ed andrà ad un’altra popolare, la maltese Roberta Metsola, che verrà riconfermata per altri due anni e mezzo.

Come alla cena informale di lunedì scorso, Giorgia Meloni sembra essere stata tenuta poco presente nei giochi e questo non piacerà alla premier italiana, uno dei pochi leader ad essere usciti dalle elezioni europee con il sorriso. Per ottenere il placet italiano a Roma verrebbe offerto un portafoglio di peso nella Commissione, sicuramente una vicepresidenza. Nei giorni scorsi giravano voci che Palazzo Chigi sarebbe interessata al nuovo portafoglio della difesa europea.

La nomina di von der Leyen dovrà essere confermata dal Parlamento europeo a maggioranza assoluta (minimo 361 voti) con un voto segreto. Attualmente la coalizione popolari, socialisti e liberali dispone di 399 seggi e il rischio di franchi tiratori è elevato. In seguito a riallineamenti successivi al voto, i liberali non sono più il terzo gruppo per taglia, ma il quarto, con 74 seggi contro gli 83 dei Conservatori riformisti europei, il gruppo di Meloni.

Tagliare fuori la premier italiana e i suoi alleati europei sarà, insomma, difficile.

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SEIDISERA 21.06.2024, 18:33

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