Salute

Carenza di farmaci: “Aiutateci, non fate scorta”

Per contrastare il problema si punta su varie strategie, come quella della vendita all’unità. Ne abbiamo parlato col farmacista cantonale ticinese

  • 8 novembre 2023, 05:51
  • 8 novembre 2023, 13:32
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Una situazione che va avanti da mesi

  • Keystone
Di: Federica Ciommiento 

“È terminato, provi in un’altra farmacia”. Una frase che sempre più spesso chi cerca un farmaco rischia di sentirsi dire. La penuria di medicinali ha colpito la Svizzera negli ultimi mesi e l’appello alla popolazione è chiaro: “Aiutateci, non fate scorte”, ribadisce il farmacista cantonale ticinese Giovan Maria Zanini. “Quando un medico prescrive un farmaco, molte persone tendono a comprarlo anche se a casa ne hanno già. Ci sono persone che conservano anche 5 o 6 confezioni nuove”, afferma. “Oltre a spendere soldi inutilmente e a favorire lo spreco, si creano buchi nell’approvvigionamento, soprattutto quando la situazione è delicata”.

Ogni segnalazione di mancanza di medicinali, però, fa chiaramente drizzare le orecchie. Soprattutto quelle di chi è sottoposto a una terapia di lunga durata. Ma il farmacista cantonale rassicura: “Non c’è bisogno di fare scorta, in questi casi una scatola di riserva è più che sufficiente. In Ticino ci sono circa 200 farmacie, una soluzione si trova”.

“Una volta uscito dal controllo del professionista, il prodotto non può essere rimesso in circolazione”

Per Zanini, dunque, il problema va risolto alla radice, acquistando solo ciò che serve. Infatti, per il farmacista cantonale la rivendita di medicinali che le persone non usano più non è un’opzione: “Una volta uscito dal controllo del professionista, il prodotto non può più essere rimesso in circolazione”. Infatti, non è possibile verificare come sia stato conservato e dunque se sia ancora sicuro.

In ogni caso restano valide alcune raccomandazioni alle farmacie, che anche Zanini ha emanato circa la distribuzione di medicinali: quando possibile venderli all’unità, importarli dall’estero, proporre dei prodotti sostitutivi o preparazioni realizzate in farmacia. Un’altra misura, adottata anche in Ticino, è quella di limitare la dispensazione di alcuni farmaci, consegnandoli solo se vengono rispettati determinati requisiti. Un esempio riguarda l’Ozempic, medicinale che ora può essere distribuito unicamente ai pazienti diabetici.

Medicinali all’unità per combattere la resistenza agli antibiotici

Consegnare ai pazienti la quantità esatta di prodotto necessaria è il modo più efficace per evitare che molti medicinali vengano abbandonati negli armadietti delle case. Ma oltre al tema degli sprechi e dell’approvvigionamento, ci sono anche motivazioni che riguardano la salute pubblica. Una di queste è la lotta alla resistenza agli antibiotici. Usarli troppo, in maniera non corretta o rilasciarli nell’ambiente, può avere conseguenze non trascurabili. Infatti permette ai batteri di tollerare queste sostanze, che nel tempo smettono così di essere efficaci per trattare determinate malattie.

A livello nazionale è in discussione un progetto per far sì che gli antibiotici vengano dispensati all’unità come prassi standard. Gettare quelli in eccesso nella spazzatura o nello scarico di lavandini e gabinetti, potrebbe far sì che finiscano nelle acque reflue, spiega Zanini, entrando così nella catena alimentare, permettendo ai microorganismi di entrare in contatto con l’antibiotico e sviluppare una resistenza ad esso. In generale, “i farmaci che non si usano più o che sono scaduti, vanno riportati in farmacia per essere eliminati in modo consono”.

Automedicazione: un rischio per pazienti e salute pubblica

Un altro rischio di avere in casa antibiotici in eccesso riguarda l’automedicazione. “Quando un paziente presenta nuovamente dei sintomi simili a quelli per i quali gli era stato prescritto il farmaco, è possibile che decida di prendere l’antibiotico senza consultare un medico. Questo fa sì che venga assunto un quantitativo insufficiente o un medicinale non adeguato. E anche questo contribuisce alla resistenza agli antibiotici”, precisa il farmacista cantonale.

In Ticino, è già possibile vendere gli antibiotici all’unità su base volontaria dal 2019, indica Zanini. Attualmente un gruppo di lavoro, del quale fa parte anche il farmacista cantonale ticinese, si sta occupando di risolvere alcuni problemi di natura pratica e formale che riguardano questo tipo di dispensazione. Entro fine anno verrà presentato un rapporto al Consiglio federale che poi si esprimerà in merito.

Bagno e cucina? I posti peggiori dove conservare i farmaci

Pensare alla carenza di farmaci, accende i riflettori anche sulla loro corretta conservazione. Le indicazioni del farmacista cantonale sono chiare. La prima è di tenere in casa solo i medicinali di cui si ha veramente bisogno. La seconda è di riporli distanti dai bambini, in quanto molti prodotti potrebbero essere scambiati per delle caramelle. In terzo luogo, bisogna conservare i farmaci nelle loro confezioni originali, con annesso bugiardino e, se è presente, l’etichetta che indica la posologia e la persona a cui è destinato il medicinale. In ogni caso, sottolinea ancora Zanini, i farmaci che necessitano di ricetta medica non vanno presi spontaneamente, bisogna prima consultare un medico o un farmacista. Per quanto riguarda la conservazione, i medicinali che devono andare in frigo vanno chiaramente tenuti all’interno di esso. Gli altri, invece, vanno preservati dall’umidità e dalle alte temperature. Questo fa sì che cucina e bagno siano i posti peggiori dove conservarli. Un posto ideale, indica il farmacista cantonale, potrebbe essere un armadietto non accessibile ai bambini, per esempio nella camera dei genitori.

Un’altra avvertenza importante è quella di non consumare i prodotti dopo la data di scadenza. Il rischio è che non facciano effetto o che diventino tossici: “Per il paziente deve sempre valere il principio di prudenza”.

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Penuria di medicamenti in Svizzera

Telegiornale 05.11.2023, 20:29

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