C’era una volta… la Riforma III dell’imposizione delle imprese (RII III). Un articolato progetto che si prefiggeva di difendere la posizione della piazza imprenditoriale elvetica, introducendo disposizioni fiscali compatibili con i nuovi standard internazionali e sopprimendo quindi gli statuti privilegiati riconosciuti a holding, società di domicilio e società miste. Sottoposto al popolo un paio di anni fa, finì al centro di numerose critiche e venne respinto con quasi il 60% di voti contrari.
La Riforma fiscale associata al finanziamento dell’AVS (RFFA) prende sempre le mosse dall’esigenza di abolire gli statuti fiscali speciali - non più ammessi a livello internazionale - tutelando attraverso misure alternative la competitività della piazza economica. In base al progetto nuove agevolazioni previste per le imprese saranno accompagnate, ai fini di una compensazione sociale, da misure tese a rafforzare il finanziamento del primo pilastro, la cui stabilità sta deteriorandosi.
Riforma fiscale, lo speciale del TG
Telegiornale 27.04.2019, 22:00
Sono quindi molteplici, e di varia natura, le disposizioni previste dal progetto: da una tassazione ridotta per l’utile derivante da brevetti e da diritti analoghi, ad un aumento dell’imposizione sui dividendi degli azionisti; da deduzioni aggiuntive per le attività di ricerca e sviluppo, fino alla soppressione dell’esenzione fiscale sugli utili derivanti dalla vendita di azioni, quando un soggetto le vende ad una società da esso controllata.
Sul piano della politica finanziaria la RFFA prevede, segnatamente, un aumento della quota dell’imposta federale diretta riservata ai cantoni e un contributo di 180 milioni di franchi annui, per 7 anni, a sostegno di quelli finanziariamente deboli. Le casse dell’AVS beneficeranno quindi, a partire dal 2020, di entrate supplementari per quasi 2 miliardi di franchi all’anno. A questa cifra la Confederazione contribuirà nella misura di 800 milioni, mentre la parte restante sarà a carico delle aziende e degli assicurati.
Gli argomenti dei contrari
Contro la RFFA è stato promosso con successo un referendum. Gli avversari del progetto ritengono che esso, analogamente alla riforma respinta dal popolo nel 2017, si risolva in nuovi privilegi conferiti alle grandi aziende e a costo di perdite miliardarie per la collettività e le casse pubbliche. Le ripercussioni su più livelli, dalle cure ospedaliere fino alla qualità della formazione, sarebbero a detta loro considerevoli.
Le critiche si focalizzano quindi sulle risorse aggiuntive per l’AVS, delle quali viene contestata la reale efficacia sul piano della compensazione sociale. Alcuni comitati referendari sostengono che esse, in realtà, finirebbero per ostacolare le riforme strutturali di cui il sistema previdenziale ha bisogno. Al centro di contestazioni è anche il collegamento, nel quadro del progetto, fra la riforma fiscale in sé e il finanziamento del primo pilastro: una connessione giudicata non pertinente e tale da inficiare l’espressione genuina del voto.
La posizione del Governo
Secondo il Consiglio federale la RFFA, grazie a disposizioni fiscali più equilibrate e al finanziamento dell’AVS, tiene in realtà conto delle critiche che aveva a suo tempo suscitato la Riforma III della fiscalità delle imprese. In questo senso il Governo sottolinea la compensazione sociale prevista dal progetto, nonché gli indennizzi destinati a città e comuni alla luce delle conseguenze delle riduzioni fiscali.
Più in generale l’Esecutivo rammenta la prospettiva, se non si procederà alla soppressione dei privilegi fiscali, di contromisure nei confronti della Confederazione da parte degli altri Stati. Sempre a detta del Governo la RFFA, prevedendo l’applicazione delle stesse regole di tassazione a tutte le aziende, introduce maggiore equità sul piano fiscale. Rafforzata inoltre, grazie alla promozione delle attività di ricerca e sviluppo, è anche l’attrattiva esercitata dalla Svizzera per le imprese innovative.
ARi