Svizzera

Critiche al Governo, si temono le chiusure

UDC, Verdi, ristorazione e Unione arti e mestieri non apprezzano le proposte messe in consultazione e le modalità di comunicazione

  • 10 dicembre 2021, 19:13
  • 20 novembre, 19:04
02:44

Seidisera 18.00 del 10.12.2021 Le reazioni nel servizio di Gianluca Olgiati

RSI Info 10.12.2021, 19:10

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Di: ATS/pon 

La vasta applicazione in Svizzera della cosiddetta regola del "2G" (acronimo tedesco per vaccinati e guariti), come proposto venerdì dal Consiglio federale, è un ulteriore discriminazione nei confronti dei non vaccinati, che divide ulteriormente la società e avvicina di un passo l'introduzione di un obbligo vaccinale: è la posizione dell'UDC dopo che il Consiglio federale ha messo in consultazione da oggi (venerdì) al 14 dicembre. La via scelta dal Governo raccoglie ben poche lodi e molte critiche. Per il presidente dei Verdi Balthasar Glättli, espressosi su Twitter, "è un fallimento" il non riuscire nemmeno a imporre il telelavoro e i test nelle scuole.

Si preannunciano tempi bui, afferma Glättli, ricordando che in molti cantoni i reparti di cure intense sono pieni e che la Svizzera è considerata Paese a rischio dalla vicina Germania.

Comprensione per l'agire dell'Esecutivo viene espressa invece dal presidente del Centro Gerhard Pfister, preoccupato però per l'effetto dei provvedimenti sull'unità nazionale. Accolgono piuttosto bene le misure anche il PS, il PLR e i Verdi liberali, con questi ultimi due che le vedono preferibili a un nuovo confinamento.

La politica svizzera non ha la spina dorsale per confrontarsi come temi delicati come l'obbligo di vaccinazione, constata invece la Commissione svizzera di bar e club, che vede la vita notturna e quella culturale ancora una volta prese di mira quando i veri focolai - sostiene - sono altrove, in particolare nelle scuole. Si va inoltre a penalizzare anche chi, con la promessa di una vita normale o quasi, aveva scelto di farsi vaccinare. Con il "2G", infine, non si dispone ancora di sufficienti esperienze e la versione che prevede in più il test negativo è applicabile solo ritornando alla gratuità dei tamponi.

Il "2G" non è ritenuto una garanzia sufficiente

Il "2G" non è ritenuto una garanzia sufficiente

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Anche Gastrosuisse dubita dell'efficacia dell'esclusione dei non vaccinati. Nei Paesi vicini non è bastata a evitare il confinamento, constata il suo presidente Casimir Platzer, secondo il quale la ristorazione dovrebbe seguire l'esempio di negozi e impianti di risalita, proponendo misure volontarie. Distanziamento dei tavoli, limitazione delle capacità ed eventualmente anche chiusure anticipate la sera sono un'opzione, spiega il responsabile in Ticino, Massimo Suter.

"Si tratta di evitare la chiusura con ogni mezzo", dice e questa è anche la posizione del sindacato Travail.Suisse, che a questo scopo si dice favorevole a misure più severe. Non apprezza però l'imposizione del telelavoro, che in ogni caso andrebbe limitata nel tempo. La situazione individuale dei dipendenti deve essere presa in considerazione poiché solo la metà può lavorare da casa. I concetti di protezione devono essere rigorosamente applicati e controllati e si deve rinunciare sul posto di lavoro sia al "2G" che al più ampio "3G", che comprende anche i non vaccinati che dispongono di un test negativo.

04:45

Fabio Regazzi in diretta alla RSI

RSI Info 10.12.2021, 17:08

E "no" al telelavoro lo dice anche l'Unione svizzera delle arti e mestieri. “Non lo riteniamo giustificato, non sarebbe verificabile e metterebbe in difficoltà molte aziende”, mentre quelle che possono “lo hanno già introdotto”, ha detto in diretta alla RSI il presidente Fabio Regazzi. Definita inoltre "inaccettabile" l'ipotesi di nuove chiusure come previsto dalla seconda variante in consultazione.

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