L’obbligo di incorporazione nella Protezione civile sarà esteso in alcuni casi e i civilisti - se ce ne fosse la necessità - potranno essere obbligati ad assolvere in seno ad essa una parte del loro servizio, fino a 80 giorni. È quanto prevede un messaggio licenziato oggi, mercoledì, dal Consiglio federale. Si vuole così mettere a disposizione del corpo degli effettivi sufficienti.
Una decina di anni fa era stato fissato l’obiettivo di garantire 72’000 militi della protezione civile. L’effettivo reale però è di 60’000 persone quest’anno e si prevede che nel 2030 sarà sceso a circa 50’000 militi se non si adottano provvedimenti, spiega il Governo.
In base alle nuove misure, dovrà prestare servizio nella Protezione civile chi non ha svolto la scuola reclute prima dei 25 anni ed è stato prosciolto dall’esercito e gli ex militari che, dopo la scuola reclute, sono stati dichiarati inabili e avrebbero ancora dovuto svolgere almeno 80 giorni di servizio militare.
Inoltre i militi della protezione civile di cantoni con un’eccedenza di personale potranno essere incorporati in cantoni con effettivi insufficienti, indipendentemente dal loro domicilio. I militi della protezione civile dovranno iniziare l’istruzione di base entro due anni dal reclutamento per essere a disposizione delle organizzazioni di protezione civile nel più breve tempo possibile.
Dalla consultazione è emerso che le disposizioni riguardanti i civilisti potrebbero incontrare opposizioni. La revisione della legge sarà quindi suddivisa in due distinti disegni: uno riguardante le persone soggette al servizio civile e uno relativo alle altre novità. In questo modo, in caso di referendum, le parti non controverse della revisione non saranno ritardate o respinte, precisa il comunicato.