Da sei mesi a quattro, massimo cinque. È quanto propone di fare Richard Neher, membro della task force federale sul Covid-19, con i tempi tra la seconda dose e quella di richiamo del vaccino. L’esperto propone questa misura concreta per tenere sotto controllo la pandemia dalle pagine della SonntagsZeitung.
A causa dell'attuale finestra di tempo, molte persone in Svizzera non sarebbero in grado di farsi vaccinare entro la fine dell'anno. Poiché il numero di nuove infezioni da coronavirus è già ad un livello molto alto, queste tempistiche non sono sufficienti per rallentarne l'aumento e, per Neher, un freno è quantomai necessario.
Per l’esperto infatti “se la popolazione ricevesse il massimo delle dosi possibili nelle prossime tre settimane, il Natale potrebbe essere salvato”.
Omicron, Stadler: “Sfruttare finestra di opportunità”
Sempre dalle pagine dei domenicali, questa volta sulla NZZ am Sonntag, si è espressa sulla pandemia e sulla nuova variante Omicron anche la presidente della task force federale sul Covid-19 Tanja Stadler, che si è detta convinta, proprio come Christian Garzoni (vedi intervista correlata), dell’imminente arrivo in Svizzera di Omicron.
Per Stadler la Svizzera ha comunque un leggero vantaggio e soprattutto una finestra di opportunità che deve sfruttare per prepararsi adeguatamente. Non è ancora possibile stimare quanto sia pericoloso il virus mutato, ha detto Stadler nell’intervista, ma si sa che persone guarite e vaccinate sono state infettate dalla nuova variante. Omicron si sta imponendo nelle zone in cui la variante Delta era predominante e si tratta quindi ora di mettere sotto controllo la Delta prima che Omicron ponga alla Svizzera sfide ancora più grandi.
Omicron, un mondo sempre più blindato
Telegiornale 27.11.2021, 21:00
Notiziario ore 10 del 28.11.2021
RSI Info 28.11.2021, 11:13
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