L’immigrazione netta proveniente dall’Unione Europea (UE) è rimasta praticamente stabile lo scorso anno, ossia 30'700 persone contro 31'200 del 2018. Sono i dati annuali forniti lunedì dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO) per quanto riguarda la libera circolazione delle persone tra UE e Svizzera.
Lo studio giunge in un momento chiave, ossia a pochi giorni dal lancio da parte della Confederazione della campagna in vista della votazione del 27 settembre sull’iniziativa per la limitazione dell’UDC, volta a disdire questo accordo.
Viene sottolineato che non vi sono state ripercussioni negative sui salari della popolazione indigena, ma anzi l’immigrazione fa bene al primo pilastro, siccome gli stranieri pagano più di quanto percepiscono. Situazione diversa invece per quanto riguarda l’assicurazione contro la disoccupazione: gli immigrati europei ricevono il 31,1%, ma contribuiscono solo per il 25%.
Sempre sul tema salari, esistono però delle differenze tra le regioni linguistiche: tra il 2002 e il 2018, nella Svizzera tedesca, il salario medio è aumentato dell’1,2%, mentre nella Svizzera romanda dell’1,1 e in Ticino dello 0,8. Un altro elemento interessante evidenziato dal rapporto della SECO è che in Ticino, i frontalieri guadagnano il 30% in meno degli svizzeri, nella Svizzera romanda 11% in meno, mentre nella Svizzera tedesca l'1% in più.
Immigrazione stabile dall'UE
Telegiornale 29.06.2020, 22:00
I dati sulla libera circolazione
Telegiornale 29.06.2020, 14:30