La Svizzera può e deve svolgere un ruolo importante nella ricostruzione in Ucraina. Lo ha affermato oggi la presidente del Consiglio nazionale Irène Kälin, di ritorno dal viaggio a Kiev. L'attacco della Russia, ha spiegato, è un attacco alla democrazia.
"Questa guerra ci riguarda tutti: colpisce i nostri valori comuni ed è un attacco ai diritti umani e una grave violazione del diritto internazionale", ha detto Kälin in conferenza stampa a Berna, spiegando i motivi che l'hanno portata ad accettare l'invito del presidente del parlamento ucraino Ruslan Stefantschuk. "Rifarei il viaggio in qualsiasi momento", ha tenuto a precisare Kälin, anche alla luce di tutte le critiche ricevute.
La delegazione era composta anche dai deputati Roger Nordmann (PS/VD), Nik Gugger (PEV/ZH) e Yves Nidegger (UDC/GE) ed accompagnata dall'ambasciatore svizzero in Ucraina Claude Wild e dal suo omologo ucraino a Berna, Artem Rybchenko.
Parlamentari svizzeri a Kiev
Telegiornale 27.04.2022, 22:00
La Svizzera deve fare di più
L'ecologista argoviese ha poi indicato che la Svizzera vorrebbe aiutare nelle operazioni di ricostruzione in Ucraina. Nei colloqui avvenuti a Kiev si è discusso delle infrastrutture che hanno la priorità nella ricostruzione. "Abbiamo il know-how per mettere la nostra esperienza a disposizione in questo ambito", ha sottolineato.
"La Svizzera deve fare di più per la ricostruzione" ad esempio per la costruzione di scuole e ponti, ha aggiunto Nordmann, spiegando che la Confederazione ha il vantaggio di cooperare con l'Ucraina da molto tempo e ha dunque molta esperienza locale. Kälin e Nordmann - particolarmente colpiti dal desiderio di ricostruire dell'Ucraina - si sono detti tuttavia consapevoli che il conflitto potrebbe anche peggiorare.
Viaggio delle polemiche
Nordmann nel corso dell'incontro con i media ha spalleggiato più volte Kälin, rispondendo ai giornalisti che il viaggio è stato "importante e giusto in termini di politica statale". La popolazione ucraina "deve sapere che la stiamo sostenendo. Volevamo dimostrare che noi ci siamo". A suo avviso le sanzioni alla Russia da parte della Svizzera sono giustificate, poiché nella zona orientale dell'Ucraina la situazione è catastrofica.
Il socialista vodese ha poi respinto le critiche espresse ieri dall'UDC nei confronti della presidente del Consiglio nazionale. Quest'ultima si era detta stupita dalla decisione della Fedpol - che ha sconsigliato il viaggio - di non accompagnare la delegazione in Ucraina.
Nidegger: un errore partecipare alle sanzioni
Nidegger, dal canto suo, ha giustificato il viaggio ricordando che anche in passato ci sono state visite in Ucraina da parte del presidente del Consiglio nazionale. A suo avviso, c'è una lunga tradizione di visite reciproche dei presidenti parlamentari. Ha tuttavia ammesso che c'è stata una lunga discussione in merito alla scelta di intraprendere il viaggio, anche a livello di compatibilità con la neutralità. Il deputato UDC è convinto che tale visita di rappresentanza non abbia alcuna influenza sulla questione della neutralità.
"A mio parere, è stato un errore per la Svizzera partecipare alle sanzioni", ha poi aggiunto, affermando che l'Unione europea sta attualmente conducendo una guerra economica contro la Russia.
La Svizzera non sta fornendo armi all'Ucraina, ma aiuti umanitari, ha detto Nidegger. Nordmann e Gugger hanno poi insistito su questo punto, sottolineando che nessuno durante la visita ha chiesto materiale bellico alla Confederazione. "Ho detto in ogni dichiarazione che non avremmo inviato armi a causa della nostra neutralità", ha tagliato corto la stessa Kälin.