Svizzera

Lo studio sulla qualità dei media non fa l’unanimità

Per il direttore di CH Media Wanner non è credibile che “non esista concorrenza tra la SSR e i privati” - Per la direttrice SRF Wappler il problema sono “i soldi della pubblicità che vanno all’estero”

  • 21 ottobre, 18:09
  • 22 ottobre, 11:07
05:31

La SSR non fa concorrenza ai privati

SEIDISERA 21.10.2024, 18:16

Di: Seidisera/RSI Info 

Troppo distanti le posizioni, troppo carico di tensione il dibattito politico sul finanziamento dei media e del canone radiotelevisivo: lo studio sulla qualità dell’offerta informativa dell’Università di Zurigo non è riuscito a mettere d’accordo servizio pubblico e privati.

Michael Wanner, direttore del gruppo CH Media, che stampa ad esempio la Aargauer Zeitung, semplicemente non crede che non esista concorrenza tra i canali della SSR e i privati. Il tempo a disposizione di un lettore - dice - è limitato, e questo lo studio non l’ha considerato.

L’errore - secondo Wanner e secondo l’associazione svizzera degli editori - è di non aver chiesto direttamente ai lettori come cambierebbe il loro consumo se la SSR non offrisse un servizio online. Domanda ipotetica, troppo difficile da rispondere, secondo i ricercatori dell’Università di Zurigo. I risultati invece sono sufficienti e sono un sollievo per la direttrice della radiotelevisione svizzero tedesca SRF, Nathalie Wappler. Per lei il vero rivale è un altro.

I soldi della pubblicità vanno all’estero ai giganti del web, ed è questo che rende tanto difficili gli affari degli editori privati, secondo Wappler. Su questo trova d’accordo il direttore di CH Media, che però insiste nel chiedere paletti più stretti per l’offerta online della SSR.

Wanner chiede siti web che si limitino a pubblicare i servizi già prodotti per radio e tv, e che si rinunci invece a contenuti specifici per il web, finanziati con i soldi del canone. Ma la direttrice di SRF replica con i risultati dello studio: nemmeno l’offerta online della SSR è una concorrenza per i privati. “Lo studio - dichiara alla RSI - ha anche mostrato come la quota di persone che non consumano nessuna notizia è ancora aumentata, al 46%. Il giornalismo fa sempre più fatica a raggiungere il pubblico. Se si elimina un’offerta non si risolve il problema”.

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Il 46% degli svizzeri non vuole informarsi

Telegiornale 21.10.2024, 20:00

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