Svizzera

Media, nessuna concorrenza tra pubblico e privato

Nel 2024 in Svizzera la quota delle persone che non si informano raggiungerà il 46% - I risultati dello studio sulla qualità dell’offerta informativa dell’Università di Zurigo

  • Oggi, 12:14
  • Oggi, 12:42
01:40

RG 12.30 del 21.10.2024 - Il servizio di Monica Fornasier

RSI Info 21.10.2024, 12:41

  • UZH
Di: Pa.St. 

L’informazione SSR non mette a repentaglio i media privati. Anzi, gli utenti del servizio pubblico fruiscono maggiormente anche dell’offerta privata. È quanto emerge dalla più recente analisi del Centro per la sfera pubblica e la società (Fög) dell’Università di Zurigo sulla qualità dei media svizzeri, pubblicata lunedì.

Quest’anno lo studio si è infatti concentrato sulla tesi secondo cui i media pubblici metterebbero sotto pressione o sostituirebbero quelli privati. Il Fög ha quindi rilevato che il 61% degli utenti SSR consuma anche media privati, mentre questi ultimi vengono utilizzati solo dal 38% delle persone che non fa capo al servizio pubblico.

“La popolazione elvetica non fruisce dell’offerta informativa di SRF e RTS in maniera esclusiva, bensì come complemento a quella dei fornitori privati” afferma Mark Eisenegger, direttore Fög. Una considerazione, questa, che vale anche per il settore online: in questo caso soltanto il 4% delle persone interpellate si rifà infatti unicamente all’informazione SSR.

Chi sono invece gli utenti pronti a pagare per l’informazione online? Dipende dalle caratteristiche sociodemografiche, spiega Eisenegger. Dall’analisi emerge, per esempio, che “le persone con un forte interesse per l’attualità e la politica sono maggiormente disposte a spendere soldi per l’offerta digitale”.

Il 46% delle persone non si informa

Per quanto riguarda la qualità, nel complesso quella dei media svizzeri resta buona, anche se è leggermente diminuita rispetto all’anno precedente. “I media elvetici non hanno un problema di qualità, bensì di diffusione, perché sono sempre di più le persone che si informano poco o per niente”. Nel 2024 la quota dei cosiddetti “news-deprived” (le persone scarsamente informate) sarà del 46%, con un aumento di 3 punti rispetto all’anno precedente.

La collaborazione contro le grandi piattaforme

Il Fög osserva che la situazione finanziaria tesa del settore mediatico sta portando a una crescente concentrazione dei contenuti, con la pubblicazione di contributi identici su più testate ora anche a livello regionale. Un’ulteriore perdita di diversità sarebbe problematica, sottolinea lo studio.

Quale futuro dunque per i media elvetici? Ribadendo che la competizione tra mezzi d’informazione pubblici e privati è infondata, Eisenegger afferma che “la pressione sui mezzi d’informazione svizzeri arriva soprattutto dall’esterno, in particolare dalle piattaforme tecnologiche globali che si appropriano di gran parte degli introiti pubblicitari online”. Il direttore del Fög raccomanda dunque l’estensione di una cooperazione tra media pubblici e privati, che in questo contesto rafforzerebbe il settore.

Questione di qualità: “Echo der Zeit” in testa

Il Fög attribuisce la migliore qualità ai programmi radiofonici e televisivi della SRF, rispettivamente con 7,7 e 7,5 punti, su una scala che va fino a 10. La trasmissione radiofonica “Echo der Zeit” si piazza al primo posto con 8,1 punti, davanti a “Rendez-vous” (7,9 punti). Con 6,4 punti la televisione privata si è classificata alla pari dei giornali in abbonamento online.

I giornali tabloid e dei pendolari con rispettivamente 4,6 e 5 punti occupano gli ultimi posti. Tuttavia, lo studio prevede miglioramenti a lungo termine in ambito di rilevanza e diversità, dato che vengono pubblicate più notizie di grande interesse. Questo grazie ai cambiamenti giornalistici che si concentrano maggiormente sulla qualità.

RG 12.30 del 21.10.2024

Correlati

Ti potrebbe interessare