È solo questione di tempo prima che la Svizzera, come altri Paesi europei, conosca un’escalation di violenza legata alla droga.
A sostenerlo è Yanis Callandret, capo della polizia giudiziaria federale, in un’intervista pubblicata oggi, sabato, da alcune testate romande. Nella stessa sottolinea che in Svizzera ci sono già state sparatorie legate al traffico di stupefacenti. Intanto Stati reputati “tranquilli”, come il Belgio, la Svezia e i Paesi Bassi, sono ora confrontati a sparatorie o regolamenti di conti, anche con esplosivi. E “non c’è motivo per pensare che la Svizzera sarà risparmiata: prima o poi succederà”, ha dichiarato.

Yanis Callandret è l'attuale capo della polizia giudiziaria federale
Questo aumento della violenza è in parte determinato dall’ondata di cocaina che sta attraversando l’Europa. E le organizzazioni criminali, composte in particolare da mafie italiane, serbe e albanesi “lavorano di concerto” e si dividono i ruoli. È quindi “a livello di spacciatori regionali e locali che emergono le tensioni”: essi infatti “difendono un territorio o un mercato, e questo porta alla violenza”, spiega.

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