Svizzera

Svizzera: da oggi l’energia è a credito

La data odierna segna l’esaurimento delle risorse del Paese per la copertura dei fabbisogni energetici

  • Oggi, 12:22
  • 56 minuti fa
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Uno studio mette in evidenza il grande potenziale legato allo sfruttamento delle rinnovabili

  • RTS
Di: ATS/Radiogiornale-Gianluca Olgiati-ARi 

Da oggi, sabato, la Svizzera ha esaurito le proprie risorse necessarie alla copertura dei fabbisogni energetici. Il Paese, in sostanza, dovrà così dipendere fino alla fine dell’anno da importazioni di idrocarburi e combustibile nucleare. A sottolinearlo è uno studio della Fondazione svizzera per l’energia (SES).

La data odierna, quella del “giorno del superamento”, ha una valenza simbolica e corrisponde ad una quota d’indipendenza energetica del 29,6%. Un dato che colloca la Svizzera al livello di altri Paesi europei come ad esempio la Germania, che si attesta al 30,2%.

Per la SES si può fare di più. La Svizzera spende in media ogni anno quasi 8 miliardi di franchi per le importazioni di energia. Nel 2023, oltre l’87% di esse proveniva da un Paese dell’UE. Ma la SES evidenzia che, fatta eccezione per l’elettricità, gli Stati dell’Unione hanno essenzialmente un ruolo di transito e sono coinvolti solo marginalmente nelle produzione delle fonti energetiche importate.

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RG 12.30 del 19.04.2025 - La corrispondenza di Gianluca Olgiati

RSI Info 19.04.2025, 12:25

Ne deriva che la maggior parte dell’energia fossile e nucleare importata in Svizzera attraverso l’UE proviene dal Medio Oriente, dall’Asia occidentale, dall’ex blocco sovietico, dagli USA, dalla Norvegia e dal Regno Unito. Quante alle barre di combustibile nucleare utilizzate in Svizzera, esse contengono ancora una percentuale significativa di uranio di origine russa.

La SES sostiene lo sviluppo delle energie rinnovabili per rafforzare l’autonomia energetica della Svizzera. Negli ultimi 20 anni la dipendenza del Paese è diminuita, se si considera che nel 2005 il relativo tasso non superava il 18,8%. Ma per Léonore Hälg, autrice di questo studio, esiste ancora un grande potenziale legato alla decarbonizzazione.

Un progressivo abbandono delle fonti fossili - ad esempio con auto elettriche anziché a benzina - potrebbe consentire secondo l’esperta al Paese di portare la propria autonomia al 70% o all’80%. A condizione però di incrementare la produzione di energie rinnovabili, sviluppando il solare, l’eolico e anche il ricorso a pompe di calore.

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