Il 2033, come si è appreso oggi, lunedì, segnerà la fine delle attività per l’impianto nucleare di Beznau, nel canton Argovia. L’annuncio di Axpo, il gestore dell’impianto, apre così un nuovo capitolo e solleva, soprattutto, una serie di interrogativi sul futuro dell’approvvigionamento di elettricità per il Paese.
Con la disattivazione dei due reattori di Beznau, verranno infatti a mancare ogni anno 6 terawattora di corrente elettrica: l’equivalente del 10% del consumo a livello svizzero. L’attenzione, in particolare, andrà focalizzata sull’inverno, perché sarà durante questa stagione che la corrente prodotta in Svizzera potrebbe non bastare. È questa una delle ragioni per cui il consigliere federale Albert Rösti preme per un’abolizione del divieto di costruire nuove centrali atomiche.
Per Lukas Aebi, direttore del Nuklearforum Schweiz - organizzazione che sostiene la tecnologia nucleare -, l’annuncio odierno manda anche un segnale alla popolazione. “A medio termine credo che questa decisione ci aiuterà, perché aiuta a comprendere l’urgenza del problema”, sostiene ai microfoni di SEIDISERA, precisando che il grande interrogativo verte su “come farà la Svizzera a produrre una quantità sufficiente di elettricità stabile e priva di CO2, dopo il 2033?”. Tale domanda ha però già una risposta, obietta Stephanie-Christine Eger della Fondazione svizzera per l’energia (SES), che promuove invece la via delle rinnovabili: “Già prima dello spegnimento” dei reattori di Beznau, afferma alla RSI, “avremo aumentato la produzione di energia solare di ben oltre i 6 terawattora necessari per compensarli”. Ma uno dei problemi risiede nel fatto che l’energia prodotta dalle centrali nucleari in estate potrebbe risultare addirittura in eccesso, rendendo deficitari gli impianti. Anche per questo, allo stato attuale, nessuna società è pronta a investire in nuove centrali.
Beznau resta in attività
Telegiornale 05.12.2024, 20:00
A rimanere in esercizio saranno quindi solo i reattori di Gösgen e Leibstadt. Ma anche per questi impianti sono ora da attendersi annunci di chiusura? “È troppo presto per dirlo”, osserva Lukas Aebi, aggiungendo che sono in corso rilievi per capire se possano continuare a funzionare oltre i 60 anni di vita. Di certo però “sono di costruzione più recente e hanno una potenza installata nettamente maggiore”. Prima o poi, però, anche questa potenza andrà rimpiazzata, afferma Stephanie-Christine Eger: “Siamo convinti che, con la crescita delle fonti rinnovabili, sia fattibile entro il 2050 il termine entro cui vogliamo raggiungere anche gli altri obiettivi climatici”, sostiene, ricordando che ogni giorno in Svizzera vengono collegati alla rete “200 nuovi impianti solari”.