Dalla fine della crisi pandemica, è aumentato in Svizzera il numero di persone alle prese con arretrati nei pagamenti.
È quanto evidenziano gli ultimi dati, concernenti il 2023, che sono stati presentati oggi, lunedì, dall’Ufficio federale di statistica (UFS). Due anni fa era il 6,3% della popolazione a vivere in economie domestiche con almeno due tipi di arretrati, ossia fatture non saldate in tempo nell’arco di 12 mesi per motivi finanziari. Nel 2022, invece, questa situazione concerneva solo il 4,8%. Si è così tornati quasi al livello del 2019 (7%).
Più in generale però, era esposto a difficoltà finanziarie, sempre nel 2023, il 10,1% della popolazione. Andando poi ancora più nel dettaglio, il 5,5% ha dovuto rinunciare, per motivi finanziari, a importanti beni, servizi e attività sociali. La deprivazione più diffusa risiede nella incapacità per un’economia domestica di coprire una spesa imprevista di 2’500 franchi.
Quanto al tasso di povertà, esso si è attestato all’8,1% della popolazione: un dato sostanzialmente stabile, rispetto a quello (8,2%) che era stato rilevato l’anno prima. Le relative soglie, definite in base ai parametri della Conferenza svizzera delle istituzioni dell’azione sociale (COSAS), si sono mediamente attestate a 2’315 franchi al mese, per una persona che viveva sola, e a 4’051 franchi per due adulti con due bambini.

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Notiziario 31.03.2025, 11:00
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