Svizzera

Il Consiglio federale favorevole al ritorno del nucleare

Si teme che lo sviluppo delle energie rinnovabili non sia in grado di soddisfare la domanda elettrica sul lungo periodo

  • 28 agosto, 15:01
  • 28 agosto, 20:10
Una veduta della centrale nucleare di Gösgen

Una veduta della centrale nucleare di Gösgen

  • archivio keystone
Di: RSI Info

Il Consiglio federale ha rivisto la sua posizione sull’atomo. Dopo aver guardato per molto tempo con diffidenza alla produzione nucleare a causa della sua pericolosità, ora il Governo si è detto favorevole al suo mantenimento per poter assicurare sul lungo periodo l’approvvigionamento energetico. Inoltre, sostiene l’idea di rimuovere il divieto costituzionale (adottato nel 2017) di costruire nuove centrali.  Lo ha dichiarato mercoledì l’Esecutivo attraverso una nota, esprimendosi contro l’iniziativa “Stop al nucleare”.

La Svizzera ha iniziato ad avvalersi dell’energia nucleare tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’80, cosciente del fatto che la produzione idroelettrica non sarebbe stata in grado di sopperire alla crescente domanda di energia elettrica. Il sodalizio continuò indisturbato fino al 2011, quando la catastrofe di Fukushima portò all’attenzione della politica la potenziale pericolosità dello strumento.

Quello stesso anno, la consigliera federale a capo del Dipartimento dell’ambiente Doris Leuthard ha sospeso le domande per la costruzione di tre nuove centrali. Sempre nel 2011, il Governo ha deciso ufficialmente di eliminare l’energia atomica.

La scelta del Consiglio federale si concretizza nel 2017 con l’approvazione popolare della Strategia energetica 2050, che contemplava anche l’abbandono delle fonti nucleari. Concretamente, la nuova legge sull’energia vieta la costruzione di nuove centrali. Le esistenti, invece, possono continuare ad operare finché sono sicure. In seguito all’adozione della Strategia, la centrale di Mühlenberg (BE) è stata chiusa nel 2019.

La situazione è cambiata

Tredici anni dopo Fukushima però le circostanze sono cambiate e il Governo è chiamato ora a rispondere a nuove sfide.

La principale preoccupazione è quella di garantire l’approvvigionamento elettrico sul lungo periodo in qualsiasi momento, a fronte anche di un aumento della domanda energetica e tenendo in considerazione l’obiettivo di azzerare le emissioni entro il 2050.

L’iniziativa popolare “Stop al blackout”, presentata a febbraio, chiede l’abolizione del divieto di costruzione di centrali nucleari. Il Consiglio federale, pur respingendo l’iniziativa, si tiene aperto a questa possibilità. “L’attuale divieto di costruire nuove centrali nucleari non è compatibile con l’obiettivo dell’apertura tecnologica e comporta rischi anche per lo smantellamento delle centrali esistenti”, si legge nella nota.

Per il Consiglio federale non è infatti chiaro se lo sviluppo e la sostituzione delle energie rinnovabili avverrà abbastanza rapidamente da coprire la perdita di capacità e la crescente domanda di elettricità nel tempo.

Il Governo intende elaborare un controprogetto indiretto all’iniziativa popolare, ossia una modifica a livello legislativo. Ha scritto che l’abolizione del divieto di costruire nuove centrali nucleari non richiederebbe una modifica della Costituzione. Per queste e altre ragioni, respinge l’iniziativa che propone una modifica della Costituzione.

I Verdi hanno già annunciato la loro opposizione

I Verdi hanno dichiarato guerra alla possibile costruzione di nuove centrali nucleari in Svizzera durante la riunione di partito di metà agosto. “Il nucleare non ha futuro, il nostro futuro sono le energie rinnovabili”, ha dichiarato la presidente del partito Lisa Mazzone.

“Siamo pronti per un altro referendum, onorevole Rösti, per contrastare la costruzione di nuove centrali nucleari in Svizzera”, ha affermato la presidente del partito Lisa Mazzone.

Berna valuta un ritorno al nucleare

SEIDISERA 28.08.2024, 18:16

  • Keystone

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Notiziario 28.08.2024, 15:00

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