Il Consiglio Federale ha deciso ancora una volta di rinviare la regolamentazione delle piattaforme online come Google, YouTube, Facebook e X. “Invece di contrastare questa concentrazione di potere nelle aziende tecnologiche statunitensi e ridurre la nostra dipendenza da loro, mi sembra che il Consiglio Federale - aspettando - le stia consolidando ulteriormente,” ha dichiarato ai microfoni del Radiogiornale Angela Müller di AlgorithmWatch, organizzazione della società civile che si batte affinché algoritmi e intelligenza artificiale non indeboliscano giustizia, democrazia e diritti fondamentali.
“A mio avviso questa tattica è rischiosa, perché abbiamo visto che Trump è molto imprevedibile. Ma mi sembra anche che il Consiglio Federale stia un po’ trascurando gli interessi della popolazione svizzera, in particolare il nostro interesse a una formazione dell’opinione pubblica informata e a un dibattito pubblico costruttivo, che può svolgersi anche online”, sottolinea Müller.
Un’opinione condivisa a livello politico per esempio dai giovani del Centro, delusi e tra i primi a reagire, perché “il Consiglio Federale si inchina a Trump invece di proteggere giovani e democrazia, rafforzare i diritti della popolazione e aumentare la trasparenza”. Il consigliere nazionale socialista Jon Pult ha parlato di “obbedienza preventiva” prendendo posizione sui portali online Tamedia. Chi invece si dice scettico su una regolamentazione è il consigliere nazionale dell’UDC Franz Grüter, che mette in guardia contro la “censura” e quello che definisce un “pensiero sponsorizzato dallo Stato”.
Già dall’aprile del 2023 il Governo ha riconosciuto la necessità di tutelare gli utilizzatori di queste piattaforme, ma ha rinviato qualsiasi decisione, scatenando reazioni di malcontento da più parti. Un progetto con le nuove disposizioni, basato sulle regole già adottate dall’Unione Europea, era atteso per il marzo del 2024. Tuttavia, dopo vari rinvii, il Consiglio Federale ha fatto sapere che se ne occuperà in un’altra seduta, senza fornire motivazioni per il ritardo.
Democrazia a rischio social media
Modem 15.01.2025, 08:30
Contenuto audio