Il rischio, o perlomeno la paura, di un conflitto nucleare è tornato d’attualità. Soprattutto dopo che la Russia ha annunciato delle esercitazioni con armi tattiche ai confini con l’Ucraina. A ciò si aggiungono la guerra in Medio Oriente e le altre accresciute tensioni geopolitiche. Quanto è aumentato il rischio atomico? La RSI lo ha chiesto a Rafael Grossi, direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, di passaggio in Svizzera su invito del Forum nucleare elvetico.
“Penso che siano problemi diversi. Quando si parla della situazione in Ucraina, ciò è piuttosto collegato all’eventualità di un incidente nucleare a seguito di un attacco o un blackout sulla centrale di Zaporizhzhia. Questo è ciò che cerchiamo di evitare attraverso la nostra presenza, l’attività e il lavoro dei nostri ispettori. C’è poi anche questa nuova dimensione dell’utilizzo dell’arma nucleare nel conflitto. È un altro problema che speriamo di non vedere e non credo che sarà il caso. Ma ci sono dichiarazioni allarmanti. Personalmente credo che non sia buono evocare questa possibilità in un conflitto gravissimo e drammatico, ma in principio convenzionale”.
La centrale nucleare di Leibstadt, nel Canton Argovia, attiva dal 1984, è l'impianto svizzero più recente
A ciò si aggiunge la questione mediorientale con l’Iran...
“Chiaramente la possibilità dello sviluppo dell’armamento nucleare in questo Paese è sempre considerata come un fattore aggravante della situazione. In Iran l’agenzia svolge un lavoro costante e continuo di ispezione. Non è facile. La scomparsa del presidente e del ministro degli esteri (Ebrahim Raisi e gli altri funzionari iraniani periti domenica nell’incidente di elicottero, ndr) con cui avevo avuto conversazioni da qualche giorno rende la situazioni complessa. Cerchiamo di continuare il lavoro diplomatico ed evitare il conflitto”.
Lei vede tutti questi pericoli di sicurezza e però comunque continua a sostenere l’energia nucleare per scopi civili. Cosa la fa sempre andare, nonostante tutto, in questa direzione?
“L’energia nucleare dà un contributo concreto. Oggi fornisce il 50% dell’energia pulita, senza CO2, in Europa. Questo è già un fattore positivo per continuare. Qui in Svizzera c’è questa idea di non costruire le nuove centrali, io penso che questo forse sarà anche oggetto di un aggiustamento e adattamento. Perché è chiaro che a livello internazionale c’è un ritorno al nucleare”.
Svizzera si è riacceso lo sappiamo il dibattito sul nucleare c’è chi vuole revocare il divieto di costruzione di nuove centrali. Il dibattito è acceso. Cosa consiglia alla Svizzera perché possa essere il più possibile sereno e basato sui fatti?
*Giustamente sereno, basato sui fatti. E i fatti dicono che c’è un ritorno verso il nucleare. Io penso che la Svizzera deve proteggere tutte le opzioni che ha”.
L'intervista a Rafael Mariano Grossi
Telegiornale 23.05.2024, 20:00