Media e AI, il pubblico è scettico

Il pubblico svizzero ha forti dubbi sull’impiego dell’intelligenza artificiale nella produzione giornalistica. E’ una delle principali conclusioni che emergono dall’edizione 2023 dell’annuario sulla qualità dei media edito dal Centro di ricerca sul pubblico e il sociale (FÖG) dell’Università di Zurigo.

Sono state intervistate 1’254 persone dal 14 al 25 luglio scorso. Poco meno di un terzo del campione si è disposto a leggere articoli scritti interamente dall’intelligenza artificiale, contro l’84% del giornalismo di produzione umana. L’accettazione dell’AI è particolarmente bassa quando si tratta di notizie di politica, economia, scienza o cultura.

Oltre l’80% chiede che l’utilizzo di intelligenza artificiale in un articolo venga dichiarato, e più della metà ritiene che la qualità complessiva dell’informazione peggiorerà se aumenterà il ruolo dell’IA nella redazione degli articoli. Anche per questo la propensione del pubblico a pagare per materiale giornalistico realizzato con questi strumenti appare estremamente bassa.

Nonostante una parziale ripresa dopo la pandemia e risultati positivi per le principali case editoriali elvetiche, continua a crescere la parte di società che si può definire “deprivata di notizie”, arrivata al 43%. Si tratta di persone che, per varie ragioni - inclusa in certi casi una scelta consapevole – non partecipa alla fruizione dell’informazione, ritenendola non rilevante per i propri interessi oppure ansiogena.

Anche quest’anno le reti SSR ottengono un ottimo piazzamento nella classifica della qualità dei media in Svizzera, davanti alle emittenti private e ai giornali, online o tradizionali. Anche le piattaforme online della SSR, come quella che state leggendo ora, ottengono valutazioni positive.

Questo articolo è stato realizzato senza ricorrere all’intelligenza artificiale.