“I giovani si trovano bene nel presente, ma non si preoccupano più del futuro. Ritengo che i giovani debbano essere aiutati a riconquistare la dimensione del futuro, perché altrimenti la loro diventa una sorta di vita di consumo immediato. Sappiamo che questo non può funzionare”. Sono le parole di Ilario Lodi, responsabile di Pro Juventute Svizzera italiana, che interpellato dalla RSI ha commentato i risultati di un sondaggio Pro Juventute sul benessere mentale dei giovani. Un’indagine in cui il 90% degli interpellati afferma di sentirsi tutto sommato bene.
Un dato che sorprende, almeno chi era adolescente o bambino negli anni Ottanta-Novanta, è l’assenza di conflitto con i genitori, che vengono comunque percepiti come presenti. Su questo aspetto, sono due le interpretazioni che fornisce Lodi: “O le cose vanno benissimo, ma dubito che sia così. Oppure non ci sono più quelle relazioni tra giovani e genitori che possono generare un conflitto: penso che ci sia una situazione del tipo ‘tu fai la tua vita, io faccio la mia’”.
Lodi rende attenti sul fatto che l’educazione dei giovani oggi “è sempre meno delle famiglie, ma viene lasciato a tutto quanto sta all’esterno”. Si è passati da quella che in termini classici viene definita come educazione verticale dei padri a un’educazione orizzontale dei fratelli: “Oggi i ragazzi fanno e vivono l’educazione sul web, molto sul piano virtuale, molto meno in famiglia”.
E proprio per quanto riguarda anche il mondo virtuale, tra i giovani sollecitati nell’ambito del sondaggio sono pochi quelli che percepiscono i social media come fonte di stress. “I ragazzi non interpretano come stress il fatto di stare diverse ore al giorno sui social media, ma gli effetti si vedono nel momento in cui questi giovani entrano in relazione con il resto del mondo”. Lodi parla dunque di abbandono scolastico, di delicatezza dell’apprendistato e dei limiti della vita sociale o della collettività. “Noi adulti che abbiamo un osservatorio privilegiato abbiamo il dovere di renderli maggiormente attenti su queste difficoltà”, sottolinea.
E conclude: “Credo che l’educazione di bambini e giovani, per quel che riguarda il tema del benessere, non debba passare dalla gestione delle nuove tecnologie, bensì debba in un modo o nell’altro ridare significato a quelli che sono i temi fondamentali che hanno contraddistinto la storia dell’umanità: i valori, la giustizia, l’amore, le relazioni, lo stare bene con gli altri”.