I cambiamenti climatici sono un tema con cui sono confrontati sempre più anche i pompieri. I mutamenti in atto, che sono chiaramente percettibili anche a sud delle Alpi, stanno imponendo delle riflessioni sulla necessità di adattare le attrezzature e gli interventi.
"Questa nuova situazione è molto preoccupante soprattutto per ciò che riguarda gli incendi boschivi", spiega ai microfoni RSI Corrado Grassi, presidente della Federazione cantonale ticinese dei corpi pompieri. I roghi dell'inverno 2016/2017, come a Osco e Chironico, hanno posto le squadre antincendio davanti a circostanze nuove. Tra queste, rileva, la rapida propagazione delle fiamme "che hanno raggiunto pure i 200 metri d’altezza", creando così "situazioni in cui gli elicotteri, sopra questo tipo di fronte, non sono in grado d’intervenire".
Questo cambiamento è ovviamente un marcato fattore di rischio anche per la popolazione. Popolazione che è più minacciata rispetto al passato a causa del fatto che, con minori nevicate, le cascine sono utilizzate anche d’inverno. Secondo Corrado Grassi "si deve lavorare su vari aspetti, come affinare la prontezza d’intervento, perfezionare le modalità e procedure d’allarme e ottimizzare l’equipaggiamento dei militi".