Ticino e Grigioni

Avvocata senza brevetto

Decreto d’accusa contro la titolare della “Lex et Iustitia” di Cadenazzo

  • 6 settembre 2018, 19:24
  • 23 novembre, 00:24
Il volantino diffuso dalla titolare

Il volantino diffuso dalla titolare

  • rsi
Di: Francesco Lepori 

La procura ritiene che si sarebbe spacciata per avvocata, lasciando intendere di potere esercitare a tutti gli effetti; senza doversi limitare al semplice lavoro di consulenza. Lei è una cittadina italiana, laureatasi oltre confine ma priva del brevetto necessario per rappresentare i clienti in giudizio, davanti all’autorità penale o civile. Titolare della “Lex et Iustitia” di Cadenazzo, aveva promosso la sua attività con tanto di volantinaggio.

L’Ordine degli avvocati ticinese si è rivolto al ministero pubblico, che nei giorni scorsi ha emesso un decreto d’accusa per violazione della legge sulla concorrenza sleale e violazione della legge sull’avvocatura. Il procuratore pubblico Andrea Gianini ha proposto una pena pecuniaria sospesa, oltre al pagamento di una multa. La donna ha impugnato il decreto, e la vicenda approderà dunque alla pretura penale. Fino a un eventuale condanna cresciuta in giudicato, come per tutti vige ovviamente la presunzione di innocenza.

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Avvocati "sotto accusa"

Il Quotidiano 06.09.2018, 21:00

Nota del 20.05.2020

Il 13.09.2019, l’Autorità indipendente di ricorso in materia radiotelevisiva (AIRR) ha accolto all’unanimità un ricorso contro la pubblicazione del presente articolo (per la decisione clicca qui). L’AIRR è giunta alla conclusione che l’articolo non ha rispettato la presunzione d’innocenza e non ha nemmeno presentato correttamente i fatti. In special modo, la scelta del titolo dell’articolo in forma indicativa ha fatto intendere al lettore che la ricorrente si sarebbe effettivamente fatta passare per avvocato, allorquando il caso non era stato ancora giudicato e la pertinenza delle accuse mosse dal Procuratore pubblico non era ancora ancora stata stabilita. L’articolo online non ha così rispettato la presunzione d’innocenza. Inoltre, l’articolo non ha presentato correttamente i fatti dal punto di vista cronologico. Solo alla fine dell’articolo si diceva che la donna si professava innocente e che avrebbe impugnato la decisione e che la vicenda sarebbe approdata dunque alla Pretura penale. L’aver fornito queste importanti indicazioni solo alla fine dell’articolo non permette al lettore/utente di capire chiaramente la cronologia dei fatti, aggiungendo infine il termine "decisione" del Procuratore pubblico, creando così confusione per il lettore/utente. Il testo dell’articolo originale, qui modificato, è reperibile alla cifra 10.1 della decisione AIRR.

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