Reto Kohler di Giubiasco e Salomé Lerner di Bellinzona sono due dei ticinesi che hanno vissuto da vicino l’attentato di Barcellona. Oggi, sabato, sono tornati in Ticino come da programma: per il primo la vacanza è finita, per la seconda, che in Catalogna ci lavora da novembre, invece comincia. Si sono lasciati alle spalle una città ferita.
Salomé che a Barcellona lavora...
"Sono stata contenta di partire, perché c’è un’aria veramente triste. Abbiamo visto immagini molto forti, caos e corpi per terra, e abbiamo ricevuto video con amici e conoscenti", racconta lei, che dal suo ufficio su Plaça Catalunya ha assistito ai momenti immediatamente successivi all’attacco, raccontati nel Quotidiano di venerdì sera (guarda il video).
"Quella strada la faccio tutti i giorni per andare a lavorare, ieri mattina era già tutto pulito, anche se pieno di poliziotti, curiosi e di giornalisti". La vita però non è ripresa subito come prima, "il 60-70% dei ristoranti e dei negozietti è rimasto chiuso" e anche stamattina alla sua partenza, nella zona di Barceloneta, dove risiede, "non si vedeva un’anima", una cosa anomala in una città dove "a ogni ora c’è tanta movida". Tutto tranquillo in aeroporto, dove non si aveva la percezione di una situazione di allerta.
Salomé ha partecipato ieri al momento di lutto alla presenza del re e con i colleghi commossi ha seguito la processione verso il mare. "È stato molto toccante", racconta, "c’erano punti dove probabilmente qualcuno era morto, dove la gente lasciava fiori o candele o si fermava a pregare".
L’attentato non ha cambiato i suoi piani: tornerà ad abitare a Barcellona fra una settimana "perché la vita deve continuare", ma non sarà tutto come prima, "le immagini e la sensazione rimarranno per sempre e sono ben felice di cambiare ufficio, traslocheremo a breve verso un'altra sede".
... e Reto che era in vacanza
In strada ad assistere alla commemorazione è sceso anche Reto Kohler. Lo avevamo lasciato giovedì sera ancora tagliato fuori dall’albergo dove era alloggiato. "Siamo rientrati alle 3.00, scortati dagli agenti fino all’ingresso", ci racconta. Non ha nemmeno preso in considerazione di anticipare il rientro, comunque già imminente, ma non se la sentiva nemmeno di continuare a fare il turista, malgrado la riapertura della zona al traffico e la presenza massiccia di agenti e soldati a rassicurare popolazione e visitatori. Quella di venerdì "è stata una giornata dimessa”, ci dice, “sono andato alla fiaccolata, mi veniva il magone".
pon