Ticino e Grigioni

Cicogne in partenza forzata

I volatili non sarebbero andati via spontaneamente dall'aeroporto di Locarno, ma per effetto di alcuni petardi sparati per motivi di sicurezza

  • 22 agosto 2018, 20:11
  • 23 novembre, 00:33
02:08

CSI 18.00 del 22.08.18 - Il servizio di Luigi Frasa

RSI Info 22.08.2018, 20:01

  • Martina Spinelli - Pro Natura Ticino

C'è uno strascico polemico all'indomani della visita di 320 cicogne bianche sul Piano di Magadino. La Fondazione delle omonime Bolle denuncia infatti un'azione di forza per scacciare i volatili dalla pista di atterraggio dell'aeroporto. In una foto vengono mostrate le scie di alcuni petardi sparati per far sloggiare le cicogne.

La questione della convivenza tra la riserva naturale e la pista di atterraggio gestita dal cantone in collaborazione con le forze aeree federali è da tempo problematica ed irrisolta come ha spiegato ai microfoni della RSI Nicola Patocchi, membro della Fondazione Bolle di Magadino. Il rischio di incidenti con gli uccelli viene infatti segnalato da tempo dalla Fondazione, preoccupata anche per la difficile convivenza tra una riserva naturale, che deve tutelare questi animali, e l'aeroporto.

Effettivamente i responsabili dello scalo avevano solo due possibilità: o interrompere qualsiasi attività o allontanare i volatili, naturalmente con petardi utili solo scacciare gli animali. E' necessario anche specificare che nel corso della settimana sono i militari a gestire il traffico aereo, e quindi sono stati loro a decidere lo sgombero forzato. Come ci ha comunicato il comandante della base, il colonnello Martin Hösli, in futuro, soprattutto in casi eccezionali come questi, è auspicabile una gestione più morbida e collaborativa della problematica a sicurezza sia del traffico aereo che della salvaguardia ambientale.

Va pure rilevato che in questo periodo si stanno anche selezionando i piloti militari nella base di Locarno-Magadino e si tratta quindi di una fase delicata nel corso della formazione. Pare quindi esserci lo spazio per il dialogo, ma a certe condizioni, secondo quanto comunicato da Nicola Patocchi alle Cronache della Svizzera Italiana.

CSI/sdr

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