Ticino e Grigioni

Contro la bronchiolite “anticorpi pronti all’uso”

Da ottobre contro il virus che colpisce neonati e lattanti viene consigliato un vaccino - La specialista dell’EOC: “La malattia può avere un decorso grave”

  • 3 ore fa
03:12

Disponibile il vaccino contro la bronchiolite

Il Quotidiano 16.10.2024, 19:00

Di: QUOT/RSI Info 

È la principale causa di ricovero ospedaliero nei neonati e nei lattanti: la bronchiolite. Una malattia infettiva conosciuta anche come RSV perché causata dal virus respiratorio sinciziale che colpisce i polmoni causando l’infiammazione delle basse vie respiratorie.

Dal mese di ottobre di quest’anno viene consigliato il vaccino a tutti i neonati e i lattanti entro una settimana dalla nascita o entro il primo inverno. “Viene consigliato perché sappiamo che può avere anche un decorso grave”, dice alla RSI Lisa Kottanattu, caposervizio malattie infettive pediatriche dell’EOC. “La pericolosità in sé è dovuta al fatto che possono arrivare a uno sfinimento per stanchezza, proprio perché non ce la fanno più a respirare. Necessitando, nei casi più gravi, di un’intubazione”.

Si stima che ogni anno in Svizzera 2’300 bambini necessitino di cure ospedaliere a causa della bronchiolite e lo scorso inverno sono stati oltre 100 i bambini, con meno di un anno, ricoverati nel Canton Ticino. “Dopo la pandemia di Covid abbiamo visto che c’è stato un netto aumento - dice ancora la caposervizio -. È successo che le donne in gravidanza non hanno più incontrato il virus, non hanno sviluppato anticorpi e non hanno potuto trasmetterli al nascituro. Per cui questi bambini ne erano sprovvisti”.

Il vaccino consigliato dai pediatri, ora in commercio con il nome Beyfortus, è stato approvato da Swissmedic a dicembre ed è già in uso in altri Paesi europei. Con efficacia, spiega la specialista: “Ci sono studi che provengono da Spagna, Francia e Stati Uniti. In quello spagnolo, ad esempio, si è visto che c’è stato un netto miglioramento, da un lato, e una netta diminuzione dei ricoveri causati dall’RSV nei bambini che avevano ricevuto le vaccinazioni. Parliamo di un’incidenza che prima della somministrazione si aggirava sugli 80-90 ricoveri per 100’000 abitanti e dopo è scesa a circa 18”.

Come tutti i vaccini, continua Kottanattu, “possono esserci degli effetti collaterali. È un vaccino un po’ particolare, nel senso che è un anticorpo monoclonale. Non dobbiamo cioè stimolare il sistema immunitario a produrre anticorpi perché glieli forniamo direttamente. Questi anticorpi sono già pronti all’uso, se vengono a contatto con il virus possono andare a neutralizzarlo direttamente. Ciò fa sì che gli effetti collaterali siano minori, ma ci possono essere e tipicamente sono proprio a livello locale del punto di punzione dove ci può essere un gonfiore o un rossore”.

I risultati di questo vaccino si potranno già vedere questo inverno quando la malattia raggiungerà il suo picco massimo.

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