Un pregiudicato di 29 anni è stato condannato a due anni e sei mesi, interamente da espiare, per truffa e riciclaggio. L'uomo, con la tecnica del falso poliziotto, contribuì a sottrarre a un'anziana oltre 10 milioni di franchi ed è stato inizialmente identificato come un personaggio chiave di un'organizzazione dedita a raggiri pianificati con estrema cura: si scelgono delle vittime, ci si fa passare per agenti dell'Interpol che svolgono indagini. Alla malcapitata persona si dichiara che qualcuno sta pianificando di svuotarle i conti e preparando un colpo per sottrarre a casa gioielli e contanti. Con una serie di chiamate si carpisce completamente la fiducia della persona.
Nella storia approdata alle criminali e che risale a due anni fa, ci rimette una signora di 83 anni (difesa dalla legale Sandra Xavier) convinta a portare via dalla propria banca la somma milionaria. La donna è stata convinta a convertire azioni, affidando soldi ai sedicenti agenti e lasciando che questi li convertissero in bitcoin. Soldi oggi praticamente evaporati, perché con le monete virtuali molte transazioni sono anonime e prendono varie ramificazioni.
Secondo i difensori Andrea Minesso e Pascal Cattaneo, il giovane, già condannato per tentata truffa a Ginevra, è un pesce piccolo, non essendo implicato in tutte le fasi. Una tesi in parte accolta dalla Corte: l'accusa chiedeva infatti cinque anni. Neppure davanti alla giudice Francesca Verda Chiocchretti, l'uomo, che si è detto pentito, ha rivelato i nomi dei complici. "Ho ricevuto avvertimenti e non voglio che capiti qualcosa alla mia famiglia. Sono pronto a cambiare, non voglio più stare lontano dai miei figli", ha detto.