A Gordola si è tenuta sabato l’assemblea annuale di Federviti, la Federazione dei Viticoltori del Canton Ticino. Il nuovo presidente, Davide Cadenazzi, ha delineato le nuove politiche agricole in risposta a sfide economiche e climatiche crescenti. Ha sottolineato l’importanza di mantenere i margini di profitto sulla vendita dell’uva nonostante l’aumento dei costi di produzione che minaccia i redditi dei viticoltori. “Stiamo negoziando un prezzo e definendo un nuovo sistema”, ha annunciato.
Il 2023 è stato descritto come buono ma impegnativo, caratterizzato da siccità, malattie e infine grandine, che hanno portato ad una riduzione della produzione. “Nonostante un inizio promettente del 2024, le incertezze climatiche preoccupano ancora,” ha aggiunto Stefano Bollani, presidente di Federvita Biasca e Valli.
Un altro tema chiave dell’assemblea è la riorganizzazione della pianificazione cantonale per supportare la viticoltura di collina, mantenendo la coltivazione in pianura tranne che nelle aree palustri. “Abbiamo obiettivi lungimiranti, che si concentrano sulla qualità del suolo oltre che dell’uva,” ha commentato Cadenazzi. L’assemblea ha anche enfatizzato l’importanza della transizione generazionale e il rinnovato impegno nel coinvolgere i giovani viticoltori.
È stata infine stata approvata una modifica statutaria che limita il mandato del presidente, una mossa vista come cruciale per mantenere energia e visione aggiornate di fronte alle sfide future.