Ticino e Grigioni

Fringuelli e altri volatili spiazzati dal clima

L’allarme per l’uccello alpino messo a rischio dal cambiamento climatico - “Situazione preoccupante”, dice Lardelli di Ficedula che indica le altre specie in sofferenza nella Svizzera italiana

  • 5 giugno, 05:55
  • 5 giugno, 08:12
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Il Fringuello alpino soffre il cambiamento

  • Christian Schano (Vogelwarte.ch)
Di: Stefano Pianca 

Si dice (o si diceva) ‘essere un fringuello’ per indicare una persona allegra o leggera nei modi. Di gioioso c’è tuttavia poco nell’allarme lanciato mercoledì dalla Stazione ornitologica svizzera che vede il futuro del Fringuello alpino a rischio. Colpa del cambiamento climatico che sta alterando l’inizio, ma anche la fine della stagione riproduttiva di questa specie.

Sulla base di oltre 12’000 segnalazioni di esemplari, raccolte dal 2006 al 2021 sulla piattaforma citizen science ornitho.ch , i ricercatori hanno analizzato come la temperatura, le precipitazioni e le condizioni di neve influenzino il periodo di riproduzione del Fringuello alpino. “I nostri dati mostrano che il periodo riproduttivo viene anticipato in media di circa sei giorni per ogni grado in più in primavera, ma si accorcia anche di oltre quattro giorni per grado in estate”, spiega in una nota la prima autrice Carole Niffenegger. “Questo significa che nonostante un inizio anticipato non rimane più tempo per una seconda covata”. A ciò si aggiunge il problema del nutrimento, poiché i giovani fringuelli non crescono più nel momento in cui il cibo è maggiormente disponibile. Le larve d’insetti subiscono infatti il medesimo sfasamento temporale.

“Una corsa contro il tempo”, è anche quella evocata dalla Stazione ornitologica svizzera, secondo cui “se vogliamo salvare il Fringuello alpino, per il quale la Svizzera ha un’alta responsabilità a livello internazionale, dobbiamo combattere il cambiamento climatico e conservare i prati alpini di erba corta e ricchi di sostanze nutritive dove questa specie può allevare con successo i suoi piccoli”.

Volatile sta dunque diventando sempre più sinonimo di sparizione tra gli uccelli. “La situazione è preoccupante”, dice alla RSI Roberto Lardelli, presidente di Ficedula, l’associazione per lo studio e la conservazione degli uccelli della Svizzera italiana. Un tema, quello delle conseguenze del cambiamento climatico, che può essere esteso anche ad altre specie. “Ma anche estremamente molto complesso - dice Lardelli -. Una quindicina di anni fa l’università di Durham, in Inghilterra, aveva elaborato  modelli predittivi di distribuzione per tutte le specie europee, basati sui valori attesi dagli scenari climatici, e aveva indicato a scala macroscopica le variazioni degli areali continentali con la forte contrazione degli areali sulle Alpi di molte specie d’altitudine tra cui la Pernice bianca e il Fringuello alpino”.

Complessità, si diceva, perché gli studi progredendo hanno evidenziato altri fattori “Ad esempio, continua Lardelli, come quello della disponibilità delle prede in periodo riproduttivo. Prendiamo il caso della migrazione degli uccelli transahariani, che non è innescata dalle temperature, ma dal variare del fotoperiodo (delle ore di luce) che scatena meccanismi ormonali negli uccelli inducendoli a fine inverno a ripartire verso nord. La Balia nera, ad esempio, se la primavera in Svizzera è stata precoce, può arrivare qui quando le sue prede hanno già finito il loro ciclo. Così, con meno cibo, diventa un problema la riproduzione e la sopravvivenza dei nidiacei”. Gli inverni globalmente più miti fanno sì che invece molte specie insettivore abbiano trovato condizioni idonee, cioè nutrimento a distanze minori dagli areali di nidificazione. “Così le rondini che hanno iniziato a svernare nel Nord Africa e non più solo al di sotto del Sahara. Per altre specie si notano  cambiamenti che ancora non si riescono a interpretare”.

BaliaNera.jpg

Balia nera

  • Marcel Burkhardt (Vogelwarte.ch)

Un esempio nostrano attuale fra i tanti? “I rondoni - indica il presidente di Ficedula -,  fanno segnare un calo evidente rispetto allo scorso anno e in alcune località sono del tutto assenti. La situazione sul territorio non è omogenea e anche per questo, attraverso il nostro sito, abbiamo chiesto al pubblico di segnalarci gli avvistamenti e le differenze rispetto al 2024. Lo stesso vale per il Codirosso (quello migratore) che sembra essere soppiantato dal cugino ‘spazzacamino’”.

Rondoni attorno al campanile di S. Antonio a Locarno (anno 2016).jpg

Rondoni attorno al campanile di S. Antonio a Locarno (anno 2016)

  • Tipress

Ci sono tuttavia delle tendenze chiare non spiegate dai cambiamenti climatici. “Alcune specie, come l’allodola, in pianura vanno malissimo. Da noi è praticamente sparita, ma in altitudine sta bene. Si  potrebbe concludere che si sono semplicemente spostate più in alto. Ma non funziona così, si sono estinte, anno dopo anno. Il territorio a basse quote non è più idoneo. L’utilizzo del suolo non è infatti più quello di un tempo, la tecnica colturale ha fatto sì che si siano gradatamente perse le covate, mentre in altitudine il successo riproduttivo è  rimasto più elevato”. Ecco allora che, almeno per il momento la praterie montagna sono per questa e altre specie una riserva di biodiversità.

Un altro uccello particolarmente sensibile alle temperature è la Pernice bianca (che dal 2021 in Ticino è specie protetta per decisione del Gran Consiglio). Questa specie, spiega Lardelli, “comincia a stare male quando la temperatura sale al di sopra dei 15 gradi. L’innalzamento delle temperature comporta una restrizione delle superfici idonee e le popolazioni che non hanno la possibilità di spostarsi si isolano sempre più anche dal punto di vista genetico  Questo non va bene se si vuole avere una variabilità che possa adattarsi alle nuove condizioni climatiche. Prognosi infausta al limite meridionale dell’areale per le Pernici bianche”.

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Pernice bianca

  • Olivier Born (Vogelwarte.ch)

Sebbene i segnali non siano dei più tranquillizzanti, proprio la complessità dei processi spinge gli ornitologi a non arrendersi. “Siamo preoccupati, ma lasciamoci sorprendere. A tal proposito invitiamo i cittadini, che vogliono conoscere rondini, rondoni e balestrucci, a raggiungere nostri punti di osservazione per fare i conteggi con persone esperte”. Sempre facendo riferimento al sito di Ficedula, Lardelli lancia l’invito anche a filmare i movimenti  dei rondoni, il luogo privilegiato è la prossimità dei campanili, e a inviare i video al sito al fine di stimare la dimensione delle squadriglie in volo e delle popolazioni nidificanti nel 2025.

Chiudiamo con l’uccellino simbolo di innocenza e fragilità che rischia di sparire. Non è un caso che in un famoso romanzo il protagonista, un avvocato dai saldi principi etici e morali, si chiami Atticus Finch (Finch, in inglese è Fringuello). La speranza è che ci sia un po’ di luce... oltre la siepe.

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