Sono 1’479 i nuovi frontalieri italiani occupati nei Grigioni in base al recente accordo fiscale tra Italia e Svizzera (ovvero un quinto circa degli 8’000 frontalieri che lavorano nel cantone); 1’479 lavoratori che, da soli, garantiscono al fisco retico entrate per 1,6 milioni di franchi.
Col nuovo accordo fiscale, i Grigioni devono trasmettere alle autorità italiane informazioni su ogni nuovo frontaliero arrivato dal 17 luglio del 2023. La comunicazione di questi dati - spiega alle telecamere del Quotidiano della RSI il capo dell’amministrazione delle imposte grigionesi, Angelo Roberto - è avvenuta nelle scorse settimane. In totale sono stati trasmessi allo Stato italiano i dati che riguardano 3’100 persone. I dati comunicati riguardano anche gli svizzeri residenti in Italia, chi ha un permesso di 90 giorni e chi rientra settimanalmente.
“Dobbiamo trasmettere i dati riguardanti il salario lordo, cioè tutti i compensi analoghi. Dobbiamo dichiarare tutti gli importi dei contributi sociali, primo e secondo pilastro, poi anche tutte le cifre riguardanti l’imposta trattenuta e ovviamente tutti i dati personali come nome, indirizzo, etc.”, spiega Angelo Roberto.
Per tutti i frontalieri italiani che lavorano nei Grigioni o tutti i casi relativi all’Italia, il Cantone ha versato 10,7 milioni di franchi di ristorno per il periodo 2023.
Rispetto al meccanismo dei ristorni, che prevedeva il riversamento all’Italia del’40% del prelievo alla fonte, il nuovo meccanismo appare più conveniente per le casse grigionesi.