La Bally a Caslano è “un contribuente di un certo peso”, dice il sindaco Emilio Taiana, ma una sua eventuale partenza non scaverebbe voragini nel gettito comunale come capitato a Bioggio e, soprattutto, a Cadempino, con la ritirata di Kering.
Per il momento il passaggio di proprietà della storica azienda di abbigliamento al fondo statunitense Regent LP, preoccupa sicuramente i dipendenti (che temono una delocalizzazione) e, di rimando, i sindacati. La questione dal profilo fiscale può essere invece così tratteggiata, con una premessa: il marchio di moda ha stabilito a Caslano il suo quartier generale una ventina di anni fa, potendo contare su agevolazioni fiscali. Un tempo quindi piuttosto lungo e che rende Bally un “contribuente per noi importante, sia come azienda sia come imposta alla fonte che pagano i suoi collaboratori - spiega Emilio Taiana -. Dovesse andar via da Caslano sarebbe una perdita ingente quantificabile in alcune centinaia di migliaia di franchi. Milioni no, ma mezzo milione penso di poterlo affermare”.
Non quindi briciole, ma va anche ricordato che il 90% del gettito di Caslano arriva dalle persone fisiche. Stando ai dati del 2023 (pubblicati sul sito del comune) questo introito si attesta a circa 10 milioni di franchi, mentre quello delle persone giuridiche è di circa un milione.
Questo significa che nello scenario peggiore, verrebbe a mancare un’entrata cospicua, ma non al punto da mettere in difficoltà le finanze pubbliche . Detto ciò, il sindaco ha saputo dalla stampa della cessione del marchio, ma preferisce essere ottimista e sperare che i nuovi proprietari americani siano un gruppo serio che manterrà in Ticino l’azienda e perché no, la svilupperà ulteriormente.
Vendita della Bally e impatto sulle finanze del Comune di Caslano
SEIDISERA 16.08.2024, 18:26
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Le incognite sul futuro della Bally
Il Quotidiano 15.08.2024, 19:00