La procura ticinese sta indagando su un clamoroso raggiro, avvenuto – si è appreso sabato – nell’autunno scorso. Vittima una società che aveva aperto un conto in una nota banca di Lugano.
Il pirata informatico è riuscito a inserirsi nella corrispondenza elettronica privata tra istituto e cliente, inviando degli ordini di bonifico fasulli. Transazioni che, di primo acchito, sembravano plausibili, ma che invece non lo erano.
In pochi giorni, con una decina di operazioni ha dirottato in Asia un totale di circa 8 milioni di franchi. E se li sarebbe pure intascati se la società non si fosse attivata immediatamente con i Paesi di destinazione, che hanno provveduto a bloccare i fondi.
Quasi tutti gli importi sono stati recuperati. Compresi i due milioni di franchi ottenuti direttamente dalla banca con un cosiddetto “call back”,una richiesta di ristorno.
Alle denunce sporte all’estero è seguita quella inoltrata, anche dall’istituto di credito, al ministero pubblico. L’inchiesta è coordinata dalla procuratrice Chiara Borelli. Truffa e falsità in documenti i reati ipotizzati.
Una truffa informatica da 8 milioni
Il Quotidiano 26.02.2022, 20:00