Ticino e Grigioni

La legge anti-burqa divide

Come applicarla? A chi lasciarne la competenza? Deve essere preventiva o repressiva?

  • 6 luglio 2015, 10:07
  • 7 giugno 2023, 10:26
Come conciliare turismo e volontà popolare?

Come conciliare turismo e volontà popolare?

  • ©Ti-Press

Durante la prima seduta della Commissione della legislazione, la revisione della legge cantonale sull’ordine pubblico è stata fonte di disaccordi. Stando a quanto riportato dal Corriere del Ticino nella sua edizione di lunedì, a dividere è stata la cosiddetta legge anti-burqa, accettata dal popolo il 22 settembre 2013.

Per il presidente della Commissione Andrea Giudici (PLR) “il disegno di legge è stato ben esposto dal sostituto procuratore generale Andrea Perugini e dal’avvocato Guido Santini (segretario generale del Dipartimento nelle istituzioni). La legge attuale è vecchia, degli anni Quaranta, e necessitava comunque di una revisione completa”.

Sono però emersi dubbi sulla sua estensione. Secondo Jacques Ducry (PS) la competenza affidata ai Comuni potrebbe portare infatti a un’applicazione diversificata tra località a vocazione turistica e non. Chi conta sui turisti potrebbe infatti chiudere un occhio: “È più coerente affidare [la gestione di questo tipo di situazioni] alla polizia cantonale”, ha dichiarato il socialista.

Per Natalia Ferrara Micocci (PLR) si può trovare una via per mettere tutti d’accordo, fermo restando che “non vogliamo eccezioni”. Bisogna poi sapere “se si vuole più un effetto di prevenzione o repressione”.

Tra turismo, competenze comunali, cantonali e Ministero pubblico, insomma, “è una pasticciata” ha concluso Ducry.

mrj

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