Comincia a delinearsi la dinamica del fatto di sangue che domenica mattina, sui monti di Lodrino, è costato la vita a una 21enne rumena. Due connazionali l’avevano accompagnata dall’Italia nella zona del rustico, per un rapporto sessuale a pagamento concordato con il giovane che poi l’ha uccisa.
Tra la ragazza e il 27enne ticinese è scoppiato un litigio, al culmine del quale lui – come scrive oggi laRegione – l’ha accoltellata. Sul corpo della vittima sono state riscontrate alcune ferite da taglio. All’arrivo degli agenti l’arma si trovava all’interno dell’abitazione, ma non vicino al cadavere. Sono in corso le verifiche per avere la conferma che il coltello utilizzato sia proprio quello (e non altri).
Successivamente, come noto, l’uomo ha cercato di togliersi la vita. Si è sparato un colpo alla testa, che avrebbe creato due fori. In casa c’erano dei fucili da caccia. L’ipotesi più probabile è che ne abbia usato uno modificato, sul quale era applicabile un silenziatore. Silenziatore che però – sempre secondo quanto emerso finora – non sarebbe stato inserito.
Anche gli accertamenti per capire quale arma (e come) abbia adoperato sono in pieno svolgimento. Per avere risposte più precise sul fronte dell’inchiesta, coordinata dalla procuratrice pubblica Chiara Buzzi, occorrerà attendere i prossimi giorni.
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