Lugano Airport atterra e saluta

Il Municipio di Lugano, il Cantone e i vertici di Lugano Airport SA (LASA) hanno confermato giovedì in conferenza stampa la volontà di mettere la società in liquidazione ordinata, di rinunciare ai piani di rilancio dello scalo e dei voli di linea con altri soldi pubblici e di puntare su un accordo per una gestione da parte dei privati.

"Quello che è successo nelle ultime settimane - ha dichiarato Filippo Lombardi, vicepresidente LASA - è andato molto aldilà di quanto preventivato. C’è stato un crollo totale. E questo ha tarpato completamente le ali all’aeroporto. Tutto quanto è stato paralizzato. E la situazione è diventata molto più drammatica". "Di fronte a questa situazione di emergenza il cda ha ritenuto che non sarebbe stato responsabile andare a chiedere prestiti, sapendo che non si sarebbero potuti rimborsare", ha aggiunto. "Il consiglio d'ammistrazione è entrato in una seconda fase: cosa possiamo fare? Non vogliamo chiudere. E siamo arrivati alla conclusione che fosse meglio cercare un’altra strada. E la nostra proposta è quella di porre la società in liquidazione ordinata".

Il sindaco di Lugano, Marco Borradori, ha assicurato che tutti i creditori (dipendenti, fornitori e SkyGuide) riceveranno quanto spetta loro. “Non c’è una compagnia che, in questo momento, non pensi alla sua sopravvivenza. Abbiamo dunque dovuto abbandonare il nostro sogno”, ha esordito Borradori. “L’idea è quella di traghettare la gestione da maggio a dicembre per poi passare la gestione ai privati”, ha aggiunto.

Da parte sua, il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali, ha dichiarato che il Cantone è "rammaricato per i posti di lavoro che si perderanno”. “Siamo qui a mettere in liquidazione la società. Il Cantone a questo punto evidentemente esce di scena”, ha dichiarato, sottolineando che siamo di fronte "a una piccola sconfitta dela democrazia", con il voto e "un ipotetico sostegno popolare si avrebbe potuto avere uno scenario diverso, ma a questo punto è inutile discuterne".

L'avvocato Emanuele Stauffer, che si occuperà della liquidazione, ha sottolineato che "le cifre avrebbero portato al fallimento. Un fallimento da evitare perché avrebbe comportato l'interruzione definitiva dell'attività aeroportuale e un danno per tutti, dipendenti e creditori". La liquidazione, invece, "resa possibile anche grazie alla volontà del consiglio d'amministrazione", permetterà di preparare le condizioni per garantire "un futuro all'aeroporto" e il "pagamento degli stipendi fino a fine maggio".

"E' un giorno triste", ha detto il direttore dello scalo, Maurizio Merlo. L'organico continua ad essere attivo, ma è presente in numero ridotto all'aeroporto per evitare il contagio e per le attività ridotte al minimo, anche dall'emergenza coronavirus, ha sottolineato.

Tiziano Ponti, membro del gruppo incaricato della transizione, ha ricordato che i vertici UFAC (Ufficio federale dell’aviazione civile) si erano espressi in modo estremamente chiaro: in caso di liquidazione l'aeroporto avrebbe dovuto essere chiuso. “Hanno detto che sarebbero stati estremamente intransigenti su questo, e ci hanno esortato a trovare soluzioni transitorie in modo che l'attività continuasse”.

Oggi LASA dà lavoro a 72 persone per un totale di 62 tempi pieni. Non ci sarà, a partire da giugno, un piano sociale e nella fase intermedia, saranno 13 i tempi pieni che potranno essere garantiti. Con la gestione privata si pensa che si potranno salvare una 30ina di posti di lavoro. La città di Lugano, ha precisato il sindaco Borradori, s'impegna a riassumere la maggior parte delle persone toccate da questa decisione.