Vita più dura dal prossimo primo luglio per i lupi più famelici. Se già nell'estate del 2021 la soglia minima per autorizzarne l'abbattimento era stata abbassata da 15 a 10 animali predati ora, con la prima parziale revisione dell'ordinanza della caccia approvata venerdì dal Consiglio federale, si passa da 10 a 6 animali predati da un singolo lupo e da 10 a 8 predazioni di un lupo appartenente ad un branco.
"È un primo passo nella giusta direzione, che va soprattutto ad adeguare il diritto federale a quella che è stata l'evoluzione delle predazioni, soprattutto nel 2022", dice Tiziano Putelli, capo dell'Ufficio cantonale della caccia e della pesca. Predazioni molto numerose l'anno scorso circa 300, troppe per l'Associazione per la Protezione del Territorio dai Grandi Predatori (APTdaiGP).
Da questo fronte arriva la richiesta di un ulteriore abbassamento della soglia minima per l'abbattimento del lupo. La soglia "dovrebbe essere di un solo animale predato. È già questo un segno negativo che impone di allontanare o liberarsi del lupo con tiri letali o non letali", sostiene Sandro Rusconi, vice presidente dell'APTdaiGP. "Resta l'ostacolo enorme della velocità con la quale si può intervenire con un ordine di abbattimento. È ancora prevista l'identificazione con il DNA per la quale bisogna aspettare un mese o due. Il tempo passa e, quando arriva l'ordine di sparare, ci sono tre o quattro lupi in giro. Non serve a niente".
Ora si attende la seconda modifica dell'ordinanza sulla caccia che dovrebbe entrare in vigore l'anno prossimo, dando ai Cantoni più margini di manovra, nel frattempo i lupi che si avvicinano troppo agli abitati potranno essere abbattuti seduta stante senza il preavviso dell'Ufficio federale dell'ambiente. A poter sparare al lupo, dal 1° luglio, non sarà però qualunque cacciatore: "È chiaro - osserva Tiziano Putelli - che questi interventi vengono fatti da parte del Cantone attraverso i guardiacaccia. Andrà ancora visto nel dettaglio che cosa si intende con "comportamento problematico o minaccioso" verso le persone. Laddove, concretamente, sarà riconosciuto un problema di sicurezza, si potrà intervenire. Di regola lo faranno o i guardiacaccia o, secondo me, la polizia". Ma per Rusconi, anche questo aspetto è problematico: "Non bastano i guardiacaccia. Non possono fare questo lavoro da soli. Bisogna formare e accreditare un certo numero di volontari".