Non si ferma l'impegno dei pompieri contro il vasto incendio divampato sul Monte Gambarogno nella notte tra sabato e domenica e il cui fronte, con il passare delle ore, si è notevolmente esteso.
Domenica sera si è provveduto, per motivi di sicurezza, a sgomberare molti residenti di Indemini. Le operazioni riguardano ben 45 persone, 32 a Indemini, 13 altre nelle frazioni di Ri, Pezze e Boè. La conferma arriva dalla polizia cantonale: nella notte su lunedì ha precisato che la decisione è stata presa in via precauzionale a causa del fumo denso che ha invaso i villaggi del comune di Gambarogno.
Sul versante italiano, invece, a meno di un chilometro dal fronte del rogo, i vigili del fuoco italiani hanno fatto sapere che alcuni villeggianti e proprietari di baite nella frazione di Cangili, comune di Maccagno, hanno lasciato le proprie abitazioni per timore che il fuoco possa raggiungere la zona.
Il rogo boschivo già domenica mattina si estendeva su una superficie di sei ettari. Poi ha continuato a espandersi sospinto dal vento. I pompieri stessi lunedì non si sbilanciavano in stime degli ettari di bosco bruciati. Samuele Barenco, il comandante del corpo di Bellinzona presente in zona con numerosi uomini e mezzi che collaborano con i colleghi di Gambarogno, ai microfoni RSI ha però sottolineato che "l'aumento rispetto a domenica è molto, molto importante". L'area è difficile da raggiungere. In azione ci sono anche quattro elicotteri civili e un Super Puma dell'esercito. Non si esclude neppure che durante la giornata possano essere coinvolti anche uomini e mezzi messi a disposizione dalle autorità italiane.
Va in questa direzione il consenso, giunto in serata da parte dell'ENEL (multinazionale italiana dell'energia), di attingere l'acqua pure con mezzi aerei nel bacino artificiale del Lago d'Elio, sopra i monti di Bassano, non lontano dal confine. E parlando di frontiere va rimarcato che al momento il valico doganale di Indemini è chiuso.