Ticino e Grigioni

"Non posso curare il ragazzo"

La frustrazione dell'oncologo Pierluigi Brazzola sul caso delle cure rifiutate a un 12enne. Santésuisse replica: "L'assicuratore può giungere a conclusioni diverse"

  • 16 luglio 2018, 20:32
  • 23 novembre, 00:53
02:20

CSI 18.00 del 16.07.18; il servizio di Francesca Calcagno

RSI Info 16.07.2018, 20:15

  • RSI

"Non posso curare il ragazzo come meriterebbe". Il dottor Pierluigi Brazzola, caposervizio di oncologia pediatrica all'ospedale San Giovanni di Bellinzona, non nasconde la propria frustrazione in relazione al caso, portato alla luce dal quotidiano laRegione lunedì, del dodicenne colpito da sarcoma, a cui la cassa malati non riconosce la cura di mantenimento indicata da lui.

La cura non riconosciuta

Il farmaco in questione si chiama Ixoten, è prodotto dalla Baxter e dovrebbe essere importato dalla Germania, per un costo di 3'000 franchi. Come spiega Brazzola, si tratta di una cura riconosciuta dall'Agenzia europea del farmaco (EMA), ma non da Swissmedic. Motivo per cui la cassa malati può legittimamente rifiutarsi di pagarla. I casi di conflitto tra pazienti e assicuratori sono sempre più frequenti, sottolinea il medico.

La risposta di Santésuisse

"Il caso viene valutato individualmente dalle singole casse malati. Non è possibile stabilire a livello generale se una terapia sia più efficace di un'altra e se quindi l'assicuratore debba pagare", ribatte Paul Rhyn, portavoce di Santésuisse. "L'assicuratore deve valutare il caso specifico e può arrivare ad una conclusione diversa da quella del medico curante", osserva. E qui scatta il braccio di ferro. Il medico deve dimostrare alla cassa malati l'efficacia del farmaco, ma in questo caso la letteratura sui benefici non è sufficiente.

La solidarietà della Lega ticinese contro il cancro

"Quando ci si trova a dover affrontare una cura su cui si è riposta tanta fiducia e il poterla iniziare dipende da una risposta della cassa malati, allora crolla proprio il mondo addosso", ha spiegato l'assistente sociale della Lega ticinese contro il cancro, Doris Cippà. La famiglia, che ha già dovuto affrontare numerose spese extra per via delle cure, non può permettersi di pagare il farmaco. Per questo, l'associazione ha già fatto sapere di essere disponibile ad aiutarla, facendosi carico della spesa. Inoltre l'emozione suscitata dall'articolo che ha reso pubblica la vicenda, ha portato l'associazione "Quii da la cursa" a promuovere una colletta.

CSI/eb

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