Ticino e Grigioni

OK alla Pianificazione del territorio

Vallese solo contro tutti

  • 3 marzo 2013, 18:41
  • 5 giugno 2023, 20:43
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In futuro, cantoni e comuni dovranno lottare contro lo spreco del suolo e la dispersione delle costruzioni. Gli Svizzeri hanno accettato oggi con il 62,9% dei voti la revisione della legge sulla pianificazione del territorio. Per il Vallese, l'unico cantone ad essersi opposto alla normativa, si tratta del secondo smacco dopo quello dello scorso anno sulle residenze secondarie.

Un po' meno di 1,5 milioni di cittadini ha messo un «sì» nell'urna. Il campo del «no» è riuscito a convincere soltanto un po' più di 870'000 persone. Il Ticino e i Grigioni hanno sostenuto la modifica della legge con percentuali rispettivamente del 55,3% e del 61,5%.

Tra i cantoni favorevoli, Basilea Città è stato quello più entusiasta (78,1% di sì). Seguono Zugo (71,4%), Zurigo (71,2%) e Basilea Campagna (70,3%). Sull'altro fronte, il Vallese - che ha sostenuto con veemenza il referendum dell'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) perché tra i più toccati dalla riforma - ha bocciato la modifica con l'80,4% dei voti.

Rammarico del governo vallesano

Il risultato vallesano si spiega anche con il fatto che taluni comuni hanno creato zone edificabili per i prossimi 50 anni, mentre la revisione prevede di limitare le cosiddette «riserve di zone edificabili» ai bisogni dei prossimi 15 anni. Il consiglio di Stato vallesano ha reagito con «rammarico» all'approvazione della legge. «Ne ha tuttavia preso atto e rispetterà la decisione del popolo svizzero» ha dichiarato oggi a Sion il consigliere di Stato Jean- Michel Cina.
L'esecutivo cantonale solleciterà un incontro - «entro i più brevi termini» - con la consigliera federale Doris Leuthard e chiederà di essere rappresentato nei gruppi incaricati di concretizzare le nuove disposizioni.

Pro Natura e inquilini soddisfatti

Per il segretario segretario centrale di Pro Natura e presidente del comitato favorevole, Otto Sieber, il «sì» alla revisione della legge sulla pianificazione del territorio è un «verdetto molto chiaro della popolazione contro la dispersione degli insediamenti». «Obbligherà cantoni e comuni che hanno troppe zone edificabili a darsi una calmata». «La normativa renderà molto più difficili le eccezioni», ha aggiunto Sieber.
Anche l'Associazione Svizzera Inquilini (ASI) si è rallegrata per l'approvazione della nuova legge. L'ASI si impegnerà ora affinché le misure previste, in particolare contro la «tesaurizzazione dei terreni edificabili», siano attuate rapidamente. Secondo gli inquilini, «la propaganda ingannevole degli avversari ha fallito».

USAM e SSIC deluse

Delusione invece sul fronte opposto: l'USAM intende ora influenzare l'ordinanza di applicazione della legge. Vuole che i bisogni dell'industria siano presi in considerazione. L'organizzazione delle piccole e medie imprese intende quindi partecipare alle discussioni tra Confederazione e cantoni sui cosiddetti «dezonamenti».
Secondo la Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC), «purtroppo lo schieramento del NO non è riuscito a spiegare alla maggioranza dell'elettorato che la revisione della legge non era incentrata sulla tutela del paesaggio, bensì sull'introduzione di nuovi strumenti burocratici quali l'obbligo di declassare zone edificabili». La SSIC si attende ora che il Consiglio federale applichi queste novità con «oculatezza».

Suspense sull'applicazione

Tutti gli sguardi sono ormai diretti verso le modalità di applicazione. Come per l'iniziativa sulle residenze secondarie, non saranno facili da definire. Tuttavia la modifica della legge non sarà applicata dall'oggi al domani: i cantoni dispongono di un termine di cinque anni per adeguare i loro piani direttori. Spetta poi ai comuni adeguare le zone edificabili nei loro piani di utilizzazione. Al riguardo, la legge non impone loro alcuna scadenza. L'adeguamento potrà durare quindi diversi anni.
Lo scrutinio odierno segna invece la fine dell'iniziativa per il paesaggio, alla quale la revisione della legge fungeva da controprogetto indiretto. L'iniziativa, che chiedeva di non aumentare la superficie totale delle zone edificabili per 20 anni, era stata ritirata proprio a condizione che la revisione della legge entrasse in vigore. Lo spauracchio dell'iniziativa ha aiutato i favorevoli alla legge.

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