In Ticino le truffe allo Stato tornano in Tribunale con l'udienza odierna, di lunedì. Sono sei gli individui a cui viene contestato di aver di aver messo in piedi nel 2020 un meccanismo per farsi accreditare illecitamente sostegni economici nel periodo di pandemia.
In aula ci sono tutti gli imputati – tra i 35 e i 60 anni – i loro legali e due traduttrici: una dal francese, l’altra dal tedesco perché taluni vengono anche da oltre San Gottardo.
Secondo la procuratrice pubblica Chiara Borelli il gruppo ha raccolto illecitamente – attraverso 5 azioni ed aziende diverse – circa 850'000 franchi, denaro che veniva poi spartito tra gli imputati e le ditte. Il meccanismo è quello classico delle truffe Covid: si truccano in bilanci di una ditta, gonfiandone la cifra d’affari, in modo da ottenere gli aiuti messi in campo dalla Confederazione per fronteggiare l’emergenza sanitaria. La differenza qui sta che secondo la procura quella composta dai 5 uomini era una vera e propria squadra capitanata da un avvocato 60enne. Lui si occupava di allestire la documentazione fittizia mentre gli altri 4 di trovare le società compiacenti. Alla sbarra c’è anche il titolare di un’impresa di Cadenazzo che – sempre secondo l’accusa - si è prestato al gioco mentre gli altri titolari vengono invece giudicati oltre San Gottardo.
Gli interrogatori non si sono ancora conclusi; tre imputati si sono già dichiarati colpevoli. L’avvocato nega invece tutto e accusa gli altri che lo chiamano in causa di mentire.