I droni potranno essere capaci di trovare le persone disperse in montagna, grazie a un programma di intelligenza artificiale messo a punto dai ricercatori ticinesi dell'USI, della SUPSI e zurighesi, che permette ai "velivoli controllati in remoto" di riconoscere e seguire sentieri in ambienti complessi come le foreste. Una prestazione in cui persino l'uomo compie errori.
"Interpretare un'immagine ripresa in ambiente complesso come una foresta è incredibilmente difficile per un computer. A volte anche il cervello umano ha difficoltà a riconoscere un sentiero!", spiega Alessandro Giusti, dell'Istituto Dalle Molle di studi sull'intelligenza artificiale, affiliato alla SUPSI, in un comunicato dell'università di Zurigo.
Il gruppo di ricercatori ha dotato i droni di una cosiddetta "Rete neurale profonda", ovvero un algoritmo informatico che impara autonomamente a risolvere problemi complessi, utilizzando una serie di esempi di addestramento, secondo un meccanismo analogo a quello con cui il cervello umano impara dall'esperienza.
ATS/M.Ang.
CSI 18.00 del 10.02.2016 - Il servizio di Alberto Tettamanti
RSI Info 10.02.2016, 18:58
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