Ticino e Grigioni

"Una violenza grave"

Chiesti 5 anni e 2 mesi di detenzione sospesi e 7 anni di detenzione ai due giovani che abusarono 3 anni fa a Lugano di una 17enne

  • 15 gennaio 2020, 19:31
  • Ieri, 20:11
02:08

CSI 18.00 del 15.1.2020 - Il servizio di Francesca Calcagno

RSI Info 15.01.2020, 19:23

  • Ti-Press
Di: CSI/Bleff 

Si è tenuto mercoledì alle Assise criminali il processo ai due giovani, un 26enne svizzero e un 27enne di origine kosovara, accusati di un episodio di violenza avvenuto a Lugano 3 anni fa. I due, secondo l'accusa, hanno violentato con modalità gravi una ragazza 17enne e per questo vanno condannati a una pena rispettivamente di 5 anni e 2 mesi di detenzione sospesi a favore di un trattamento in una struttura chiusa e 7 anni di detenzione più l’espulsione.

L’accusa non ha dubbi: i due, una notte di tre anni fa, hanno violentato la 17enne nell’appartamento di uno dei due imputati, un 26enne svizzero. Hanno abusato sessualmente di lei dopo averla portata in bagno con una scusa, su richiesta del secondo, un 27enne kosovaro. Una violenza, questa che, sempre a mente dell’accusa non può essere considerata meno grave per il contesto nel quale si è consumata. I giovani coinvolti abusavano di droga, psicofarmaci, avevano rapporti sessuali frequenti, tutti comportamenti e ora cito la difesa del 27enne, che venivano visti come la normalità. È proprio su questo contesto, sui problemi della ragazza e sul fatto che lei, quella sera, avesse già avuto un rapporto consenziente con un amico, che le difese hanno incentrato le loro arringhe. Per loro, le dichiarazioni delle persone coinvolte non sono credibili. Per la legale del 26enne, Fabiola Malnati, persino il suo cliente, reo confesso, ha mal interpretato quanto successo. Entrambi hanno quindi chiesto il proscioglimento dei loro clienti dai reati principali di violenza carnale e coazione sessuale.

La pubblica accusa ha chiesto due pene diverse, 5 anni e 2 mesi sospesi a favore di un trattamento stazionario per il 26enne, 7 anni di detenzione per il 27enne. Perché?

Principalmente per il diverso atteggiamento che i due hanno avuto durante l’inchiesta e che si è rivisto oggi in aula. Il 26enne ha infatti ammesso i fatti quasi subito, dopo essersi reso conto, sollecitato dalla procuratrice pubblica, di quanto male ha fatto alla giovane. Il 27enne, chiamato in causa proprio dal conoscente, nega invece che ci sia stata violenza e ha cambiato versione molteplici volte. Talmente tante che il giudice Amos Pagnamenta, l’ha definito un “record” del quale c’è poco da vantarsi. La sentenza domani mattina.

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Processo per stupro

Il Quotidiano 15.01.2020, 20:00

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