Le zecche in Svizzera pungono ormai quasi 18'000 persone ogni anno, quando fino a pochi anni fa erano 11'000. "Sono il secondo vettore più importante di malattie umane dopo le zanzare", dice Mauro Tonolla, direttore dell'Istituto di microbiologia della SUPSI. Possono trasmettere malattie anche gravi e nel 2023 questi parassiti potrebbero diffondersi ancora maggiormente.
Il Ticino - come Ginevra - non è considerato fra le zone maggiormente a rischio e non è fra quelle dove la vaccinazione contro la meningoencefalite è raccomandata, mentre non c'è soluzione preventiva contro la trasmissione del batterio che causa la malattia di Lyme o borreliosi, la quale "necessita di un trattamento antibiotico".
Secondo Tonolla, si constata "una leggera espansione anche alle nostre latitudini", ma "elementi climatici e anche ambientali", in particolare di umidità, fanno sì che le zecche portatrici del virus siano presenti soprattutto nella Svizzera tedesca.
"Va tolta il più in fretta possibile"
"Non siamo zona endemica", ma "qualche caso di encefalite ogni tanto viene registrato anche in Ticino. È impossibile dire se la malattia è stata contratta nel cantone o in altri posti", spiega il medico cantonale Giorgio Merlani. Tuttavia, afferma, "stiamo monitorando e ogni tanto in qualche zecca qua e là il virus si è trovato". Ma allora il vaccino conviene farlo anche a sud delle Alpi? Per Merlani, decisive sono le abitudini: se si resta in città no, ma se piace passeggiare nei boschi "io la farei", afferma.
E ancora poco si sa, perché il numero di casi è molto ridotto, di un altro virus trasmesso dal morso di zecca: l'Alongshan che arriva dalla Cina.
A chi viene punto, Merlani consiglia di "togliere la zecca il più in fretta possibile, senza necessariamente aspettare di andare dal medico a farlo. Se appaiono sintomi, come rossori locali, meglio andare dal dottore". Esiste un'applicazione, ricorda, che permette di segnalare dove è avvenuta la puntura. Questo è utile come "diario personale" ma anche a fini statistici.